Caso Omerovic, le intercettazioni choc degli agenti: «Pariamoci, o l'onda di m*** ci sommergerà tutti»

Dopo l'arresto per tortura dell'agente Andrea Pellegrini, altri quattro poliziotti​ sono finiti nel registro degli indagati

Caso Omerovic, le intercettazioni choc degli agenti: «Pariamoci, o l'onda di m*** ci sommergerà tutti»

Hasib Omerovic, dopo l'arresto per tortura dell'agente Andrea Pellegrini, altri quattro poliziotti sono finiti nel registro degli indagati per le accuse di falso e depistaggio. Nel mirino una relazione di servizio da redigere per «pararsi il c... dall'onda di m... che quando arriva sommerge tutti». È quanto afferma in un messaggio chat, citato nell'ordinanza cautelare, un ispettore, in servizio presso la Squadra Mobile ad una collega ispettrice del commissariato Primavalle, in relazione alla vicenda del disabile volato dalla finestra a Roma.

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Il caso Omerovic

Nel documento del gip si afferma che i due ispettori poco prima del messaggio inviato via WhatsApp avevano avuto un colloquio telefonico durante il quale l'agente ha raccomandato il collega «"di svolgere in modo accurato le indagini poiché le cose non stanno come hanno scritto gli operanti" sottolineando anche l'insussistenza di valide ragioni che potessero giustificare, nel caso di specie, un accesso all'interno di una privata abitazione nei termini descritti».

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L'agente: provato senso di vergogna

«Ho provato un senso di vergogna» per non essere intervenuto e fermare quanto stava accadendo. È la giustificazione che l'agente che ha collaborato alle indagini sulla vicenda di Hasib Omerovic, ha fornito agli inquirenti sul fatto di non avere informato immediatamente i suoi superiori su quanto avvenuto nell'appartamento di Primavalle. Nell'ordinanza il gip della Capitale scrive che il poliziotto, testimone oculare, «ha riferito di essersi limitato a confidare alcune cose (la porta sfondata a un collega e gli schiaffi a un altro) e di essersi in qualche modo determinato a sottoscrivere la relazione di servizio, il cui contenuto non era corrispondente a quanto avvenuto, perché Pellegrini è pur sempre un suo superiore, di cui in qualche modo subiva il 'pesò e gli atteggiamenti, e che soltanto quando la pressione delle notizie di stampa sulla vicenda si era fatta insostenibile aveva finalmente sentito l'esigenza di recarsi dal dirigente per 'riferire le cose come erano andate perché in queste situazioni è inutile cercare di nasconderlè».

Come sta Omerovic

«Hasib sta meglio, ha iniziato a respirare da solo, mangia autonomamente e fa qualche passo.

Non ha una coscienza piena e non gli è stato fatto riferimento all'accaduto. I familiari non fanno nessun accenno quando vanno a trovarlo». A riferirlo è Carlo Stasolla, dell'associazione 21 luglio, parlando di Omerovic, l'uomo precipitato da un palazzo a Roma per cui è stato arrestato per tortura un poliziotto. «È nel reparto riabilitazione ad alta intensità del Gemelli - ha detto ancora - Siamo comunque ben lontani dalla possibilità di una sua testimonianza».

Cosa è successo

Il pomeriggio del 25 luglio 2022, Andrea Pellegrini, l'agente di polizia agli arresti domiciliari per l'accusa di tortura nella vicenda di Hasib Omerovic, chiamò un agente della Polizia Locale di Roma affermando che «la persona si era buttata di sotto una volta che loro erano giù nel cortile». Il dettaglio è citato nell'ordinanza del gip in riferimento all'accusa di falso che i pm di Roma, coordinati dall'aggiunto Michele Prestipino, contestano a Pellegrini ed ad altri due agenti, in merito alla nota di servizio redatta dopo l'attività svolta nell'appartamento di via Gerolamo Aleandro, nel quartiere Primavalle.

«Un'anomalia, che assume al contempo valenza indiziaria del fatto che le cose non fossero andate come riferito nell'annotazione dal Pellegrini si ricava dalle dichiarazioni di un agente in servizio presso il Corpo di Polizia Locale», si legge nell'atto. Il testimone, sentito il 15 settembre dagli inquirenti, «ha confermato il fatto che nella mattinata del 25 luglio personale del Commissariato di Primavalle si era recato presso il loro comando al fine di rintracciare l'abitazione di Hasib Omerovic, in particolare riferendo che si era presentato Andrea Pellegrini, poliziotto di sua conoscenza, con altro collega, entrambi in borghese, chiedendo se aveva informazioni circa una persona rom, sordomuta che gira il quartiere rovistando nei cassonetti aggiungendo che tale soggetto gli interessava in quanto era stato oggetto di diverse segnalazioni nel quartiere per molestie sulle donne».

Il testimone ha poi aggiunto che il pomeriggio del 25 luglio, intorno alle 16,30, «ha ricevuto una telefonata da Pellegrini che stranamente lo ragguagliava del fatto che l'accertamento era finito male facendo riferimento in particolare al fatto che 'la persona si era buttata di sotto una volta che loro erano giù nel cortilè, passaggio anche questo del tutto singolare e verosimilmente denotante - scrive il gip - l'intento di fornire una giustificazione non richiesta. L'anomalia appare ancora maggiore considerato che dai tabulati non risulta alcuna telefonata in quell'orario, in partenza dal cellulare di Pellegrini verso il cellulare dell'agente».


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 21:43
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