Mister OK: «Ai campioni che verranno per gli Europei di nuoto voglio spiegare cosa significa tuffarsi a Roma»

Mister Ok: «Ai campioni che verranno per gli Europei di nuoto voglio spiegare cosa significa tuffarsi a Roma»

di Daniele Petroselli
Il 1° gennaio saluterà l’anno nuovo alla sua maniera, con un tuffo nel Tevere. Parliamo di Mister Ok, al secolo Maurizio Palmulli, che si appresta per la 32esima volta a saltare da Ponte Marconi per dare il suo benvenuto al 2020. Una tradizione iniziata nel 1946 con Rick De Sonay, l’italo-belga che si lanciava in costume e cilindro, facendo ok con la mano per rassicurare i curiosi. Ma ormai Mister Ok è lui e non vuole saperne di smettere. Anzi.

Maurizio, come procede l’allenamento?
«Ormai è cominciato il conto alla rovescia. Non vedo l’ora. Questo tuffo ormai mi ha reso famoso».

Tanto da finire nel grande schermo...
«Sì, mi ha chiamato Paolo Sorrentino per “La Grande Bellezza” e ci sono anche io con il mio tuffo. E’ stata una grande soddisfazione. Ormai è dal 1989 che lo faccio e anche quest’anno avrò accanto a me altri tre ragazzi (Valter Schirra, Marco Fois e Simone Carabella, ndr) che quando smetterò, continueranno questa tradizione». 

Un’altezza niente male, ma quanto bisogna prepararsi?
«Mi alleno 300 giorni l’anno, gli altri me li tengo per me (scherza, ndr). Bisogna stare sempre in forma, perché si salta da una grande altezza e poi con il freddo. Però ogni volta la gente è entusiasta, questo mi carica ancora di più e io ancora mi diverto. Quando non lo farò più, dirò basta. Ma avrò lasciato un segno a tanta gente, in special modo ai miei figlie e ai miei nipoti». 

E poi quest’anno il suo salto ha un valore in più, visto che Roma ha conquistato gli Europei di nuoto del 2022. Ci saranno per la prima volta i salti dalle grandi altezze. Non si sente un precursore in tal senso?
«Certo. Io poi non ho saltato solo a Roma ma anche a Parigi, Praga, Budapest. Sono stato con Alessandro De Rose a saltare, e poi ho scandagliato io l’acqua sotto a Castel Sant’Angelo, dove si tufferanno”. 

Che consiglio gli darebbe?
«Ce vole un gran core pe’ fallo. Ma loro sono ragazzi speciali. Se loro vorranno, io gli aprirò le danze». 

Ha già ricevuto una chiamata?
«Non ancora ma magari, a me farebbe tanto piacere. Io il Tevere lo conosco da bimbo e sarebbe un sogno. Sarà una grande festa, sono orgoglioso per Roma e spero di esserci».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Dicembre 2019, 08:19
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