Mimmo Locasciulli: «"Cenere" il nuovo album? Un mistero che si tramuta in musica», live a Roma

Mimmo Locasciulli live a Roma per il nuovo album "Cenere"

di Francesca Conidi
A tre anni di distanza dall’album Piccoli cambiamenti, Mimmo Locasciulli sarà domani 23 maggio a Roma per presentare il suo ultimo lavoro Cenere, disco ricco di sfumature poetiche e racconti che si districano su elettronica, jazz e note dal passato. 

Come racconterebbe la sua arte?
«Un mistero che diventa musica. Nonostante abbia iniziato a cinque anni a suonare il pianoforte, non riesco ad individuare l’origine di tutto questo se non nella casualità della vita che riempie di incontri e influenze che ti entrano dentro. Avevo deciso di fare il medico, il resto è stato una meravigliosa sorpresa».

Nel 2018 sono usciti il libro Come una macchina volante e l’album Cenere, sono due facce della stessa medaglia? 
«Non era in programma farli uscire insieme. Il libro è un racconto di formazione che spiega attraverso quali passi, conflitti e dibattiti interni sono riuscito negli obiettivi che mi ero prefissato: laurearmi, fare il medico, sposarmi e diventare un cantautore». 

Quando li ha realizzati?
«Nel 1975. Il libro si chiude quindi nell’anno in cui ogni cosa ha avuto inizio, senza che si sveli ciò che poi è avvenuto. Per quanto riguarda il disco, solo una volta completato mi sono reso conto che anche questo raccontava la mia storia».

Come coniuga il mestiere di medico con quello di cantautore?
«L’aver deciso che fosse quella del medico la mia professione principale ha fatto sì che potessi distinguere la passione dal lavoro. Io mi sono sempre ritenuto un grande dilettante della musica e tale attitudine ha evitato il sorgere di conflitti». 

Con più di 40 anni di carriera alle spalle come vive il presente?
«Non sono un fan del ricordo, questo è un po’ come una fotografia che ogni tanto guardi e poi riponi nel cassetto. Sono invece un grande cultore della memoria ricca di ombre e di luci, ingrediente essenziale per capire il tuo presente».

Il video di Cenere è interpretato da Alessandro Haber, una vecchia conoscenza
«Haber è riuscito a comprendere quello che io intendevo esprime con le parole del testo. Nel video Alessandro dirige il nulla, metafora della vita, e continua a dirigerlo fino alla fine della canzone nonostante abbia di fronte un grammofono che non funziona e un disco rotto. Il senso è che tutto quello che brucia nel fuoco si conserva nella cenere, tramutandosi in qualcosa di diverso, non nel suo epilogo.

Come affronterà il palco dell’Auditorium?
«La sensazione di cui mi nutro nella musica la vivo nei concerti, faccio dischi in funzione di quei momenti, non amo gli studi di registrazione e i luoghi dove scrivo le canzoni sono stanze vuote per me. Amo invece la connessione con il pubblico, anche se sopra quel palco, canto per me stesso».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Maggio 2019, 09:19
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