Mercato Centrale compie un anno: sorrisi, cortesia e ristorazione "vera" per gli amanti del buon cibo

Mercato Centrale compie un anno: sorrisi, cortesia e ristorazione "vera" per gli amanti del buon cibo

di Lorena Loiacono
Un successo annunciato quello del Mercato Centrale su cui in molti, quando aprì i battenti un anno fa, erano pronti a scommettere. E così è stato. Festeggia oggi il suo primo anniversario e lo fa in grande stile: in un anno sono entrate nel Mercato Centrale 2 milioni e mezzo di persone. Tra le 20 botteghe artigiane presenti lavorano ogni giorno, oltre 200 persone. E la location, bellissima, è da mozzare il fiato: tuto si svolge intorno alla splendida Cappa Mazzoniana, dentro la stazione Termini nel cuore dell’Esquilino, in marmo italiano dalle venature grigio-rosa realizzata negli anni ‘30 dall’architetto Angiolo Mazzoni. Ma il successo del Mercato Centrale sta tra le sue botteghe: dal pane di Gabriele Bonci, al pesce fresco dei fratelli Edoardo e Massimiliano Galluzzi, dai triangoli di pizza Trapizzino ai fritti di Martino Bellicampi. E ancora le paste fresche di Egidio Michelis; i carciofi di Alessandro Conti e i funghi di Gabriele La Rocca, il cioccolato Steiner del cioccolataio Pierangelo Fanti, i formaggi di Beppe Giovale, il gelato e i semifreddi di Cremilla, il vino al bicchiere di Luca Boccoli e la pizza di Pier Daniele Seu. Non mancano le origini fiorentini con il tartufo diLuciano Savini, il vegano-vegetariano di Marcella Bianchi, l’hamburgher di Chianina di Enrico Lagorio, le specialità siciliane di Carmelo Pannocchietti di Arà, la carne e i salumi di Fausto Savigni, il sushi di Donato Scardi e le frattaglie di Lorenzo Nigro. Sotto l’imponente Cappa Mazzoniana,c’è poi l’area caffetteria con le miscele monorigine e blend di Franco Mondi di MondiCaffè, importante realtà della tradizione romana. M ali Mercato Centrale non è solo cibo, è anche intrattenimento, arte e cultura. Inserito perfettamente nel mutietnico quartiere Esquilino, con tutta la sua forza romana, il Mercato Centrale ha avviato da marzo il progetto Mamma Roma in collaborazione con il team di Any Given Monday, che porta i diversi quartieri della città dentro al Mercato Centrale per dare loro visibilità e per imparare a conoscerli partendo dalle persone. Ieri, in occasione del compleanno, a rappresentare l’Esquilino c’erano: Discoteche Laziali, l’Acquario romano casa dell’architettura, Sonia Hang e ancora il Nuovo Mercato dell’Esquilino, la Caritas, l’Associazione “Le Danze di Piazza Vittorio”, i Cacciatori di Street art, Termini TV e il Coro di Piazza Vittorio.


L'intervista a Umberto Montano

Umberto Montano, presidente del Mercato centrale, come descrive questo primo anno di attività?

“Come un anno pieno di sorrisi condivisi con la parte più bella di Roma. Sa qual è la parte più bella di Roma?”

Forse sì, ma ce lo dica lei: qual è?

“Sono i romani, sono le persone semplici che vengono qui a mangiare. A gustare il buon vino e la buona tavola. In fondo il mercato è fatto di semplicità, condivisione e gusto”.

La parte migliore di Roma sono anche gli artigiani presenti nel Mercato centrale?

“Certo. Gli artigiani del gusto sono i veri protagonisti della grande cucina italiana. Sono loro la forza di questo mercato. Abbiamo voluto il pizzaiolo che sa fare la pizza, il fornaio che sa fare il pane, il macellaio che conosce la carne buona e il pescivendolo che sa riconoscere il pesce”.

Tutti insieme sono ancora più forti?

Sono eccezionali, i clienti entrano qui e trovano sono cose buone, di qualità. E' così proprio grazie agli artigiani del gusto e credo che dobbiamo riuscire a salvaguardarli".

In che senso?

Nei centri urbani, dove per molti esercenti non c’è più possibilità di pagare l’affitto, l’artigiano rischi di perderlo. Abbiamo voluto metterli qui uno vicino all’altro. C’è il vino buono, il carciofo, il forno. Sono artigiani e vanno custoditi nel gusto”.

Chi viene a mangiare qui?

Tanti romani, tantissimi. L’80% dei clienti è di Roma, soprattutto del quartiere Esquilino, mentre i viaggiatori che passano per la stazione Termini sono il 20% del totale. Tra questi un 15% sono comunque italiani. Pochi gli stranieri. 

Il Mercato è riuscito a riqualificare la zona

“Il degrado non lo fanno le persone che ci sono, lo fa l’incuria. Oggi davanti al Mercato non ci sono sbandati né persone che dormono a terra, sui marciapiedi.

Qual è il suo piatto preferito?

“Prima risponda lei a me: quanti figli ha?”

Una

E’ il suo figlio preferito, quindi. Ma se ne avesse due? Saprebbe dire se c’è un preferito?”
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Novembre 2017, 22:03
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