Massimo Bochicchio, tutti i lati oscuri dello schianto in moto sulla Salaria a partire dall'identità: disposto l'esame del dna

Il broker era accusato di aver truffato tanti vip del mondo del calcio

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di Ernesto De Franceschi

È giallo sull'incidente di moto - avvenuto attorno a mezzogiorno lungo la via Salaria, nella capitale - nel quale ha perso la vita, carbonizzato, il broker Massimo Bochicchio. Un vero e proprio intrigo. Sono in corso gli accertamenti per ricostruire la dinamica dello schianto della sua Bmw avvenuto durante le due ore di permesso quotidiano che al 56enne originario del casertano erano state concesse per uscire dagli arresti domiciliari. Sono ancora molti i lati oscuri dello schianto, tanto che è stato disposto l'esame del Dna sul cadavere carbonizzato. Per il momento le cose certe sono una moto distrutta dalle fiamme che apparteneva a Bochicchio e la moglie che dice che la vittima è lui. 

La prima traccia seguita dagli investigatori è quella della targa della moto che ha preso fuoco e che ha reso possibile un primo riconoscimento. La Bmw era infatti intestata a Bochicchio.

Schianto in moto sulla Salaria, morto il broker dei vip accusato di truffa

 

Gli investigatori ora cercheranno di capire come sono andate le cose. Di sicuro a breve Bochicchio - accusato di abusiva attività finanziaria e riciclaggio internazionale per aver raccolto senza alcuna autorizzazione circa 500 milioni di euro, dal 2011, ai danni di personaggi del gotha del calcio come Antonio Conte e Marcello Lippi - doveva comparire all' udienza del processo in corso davanti ai giudici romani di Piazzale Clodio.

Un procedimento nel quale sono confluiti anche gli atti raccolti dalla magistratura milanese. Negli anni, Bochicchio - latitante tra Hong Kong e Singapore prima di essere espulso da Giacarta, in Indonesia, e fatto rientrare in Italia il 17 luglio 2021 sotto la stretta dell'Interpol - avrebbe raccolto attraverso le società Kidman Asset Management e Tiber Capital che guidava da Londra «cospicui capitali».

Intercettato affermava di aver movimentato addirittura «1 miliardo e 800 milioni» di euro. Soldi che avrebbe dirottato in investimenti tra «Singapore, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti, promettendo alti rendimenti».

E cercando di «occultare o ostacolare l'identificazione degli effettivi beneficiari delle somme», investite con strumenti ad «alto rischio». Gli sono stati sequestrati beni per 70 milioni di euro, anche la casa a Cortina, ma nessuna delle 34 persone che lo hanno denunciato - tra i quali l'ex calciatore Patrice Evra e l'attaccante Stephan El Shaarawy - ha ancora rivisto un quattrino. Anche manager, come i procuratori Federico Pastorello e Luca Bascherini, e ambasciatori come Raffaele Trombetta, gli hanno affidato i soldi con il miraggio di buoni guadagni. Ma i raggirati potrebbero essere molti di più, gli inquirenti ritengono possibile che ci sia chi ha preferito rimanere nell'ombra piuttosto che rivelare investimenti fatti magari con denaro scudato. Con la morte di Bochicchio - da accertare se la moto abbia preso fuoco e sia esplosa prima o dopo essere andata a sbattere contro un muro - i segreti del broker 'bon vivant' di casa a Capalbio e nella Roma 'bene' saranno ancora più inaccessibili. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Giugno 2022, 12:36
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