Martina Scialdone, i punti oscuri: il killer sposato e il falso tumore. Il ristorante sotto accusa: «L'abbiamo aiutata»

Il ristorante "Brado" respinge le accuse secondo cui il proprietario avrebbe allontanato la vittima anziché allertare le forze dell'ordine

Martina Scialdone, i punti oscuri: il killer sposato e il falso tumore. Il ristorante sotto accusa: «L'abbiamo aiutata»

Ci sono diversi punti oscuri nella vicenda della morte di Martina Scialdone. L'avvocatessa 35enne, è stata uccisa venerdì sera da Costantino Bonaiuti a colpi di pistola. L'omicidio si è cosumato davanti al ristorante "Brado", in via Amelia. E proprio il ruolo che hanno avuto il ristoratore, i camerieri e i presenti in sala dovrà essere chiarito dagli inquirenti. È stato fatto il possibile per salvarla? Oppure, come sostiene qualcuno, nei momenti concitati del litigio la coppia è stata allontanata per non disturbare la clientela?

Costantino Bonaiuti, chi è l'assassino di Martina Scialdone: ingegnere e sindacalista all'Enav di 61 anni

Il ristorante: «L'abbiamo aiutata»

Con un post su Facebook, il ristorante "Brado" ha respinto le accuse di alcuni testimoni, secondo cui il ristoratore avrebbe allontanato Martina Scialdone gettandola di fatto nelle fauci del suo aguzzino. «Ci teniamo a ringraziare i nostri clienti che hanno collaborato per calmare la situazione e che hanno potuto appurare che abbiamo fatto tutto il possibile allertando le autorità sin dal primo momento - si legge nel post - Ringraziamo inoltre in modo particolare una nostra cliente che avendo competenze mediche ha tentato immediatamente di rianimare e dare soccorso alla ragazza».

«In merito alle informazioni false e diffamatorie che stanno girando sul web - continua il messaggio social - ci teniamo a sottolineare che non fanno altro che aggiungere dolore a questa triste storia e che sono il frutto di una ricostruzione dei fatti rilasciata da chi non era neanche presente all’interno del locale durante l'accaduto». Il ristoratore e i camerieri verranno ascoltati dal gip per chiarire la vicenda.

Acquisite le immagini delle telecamere di sicurezza, che serviranno a ricostruire quegli attimi concitati prima che il killer sparasse, uccidendo l'avvocatessa.

Gli inquirenti vogliono far luce sulla testimonianza secondo cui il ristoratore, con una chiave di riserva, avrebbe aperto il bagno dove si era rifugiata Martina Scialdone per farla uscire e allontanarla dal locale. Al momento sul locale non ci sono accuse penali. 

Il giallo del tumore

Oscuro anche il profilo di Costantino Bonaiuti, il 60enne dipendente dell'Enav e sindacalista che da due anni frequentava Martina Scialdone. Ancora sposato, ma in fase di separazione, conviveva con l'ex moglie e non voleva lasciare andare la 35enne, con cui si frequentava dal 2020. Da Natale il loro rapporto sembrava finito, ma l'uomo pare non volesse accettarlo. Dietro il suo comportamento, il giallo di un tumore di cui aveva parlato ai colleghi, ma che aveva nascosto alla famiglia, finché «è diventato impossibile mantenere il segreto», dice la sorella a Il Messaggero. Eppure il suo avvocato Domenico Pirozzi lo ha incontrato in carcere e ha appreso dallo stesso indagato che non sarebbe affetto da alcun tumore. Anche su questo gli inquirenti vogliono fare chiarezza. 


Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Marzo 2023, 00:25
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