Mamma suicida nel Tevere, nessuna traccia delle due gemelline di 6 mesi

Video

di Simone Pierini
Ansia per le due gemelline di sei mesi, Sara e Benedetta. Continuano le ricerche ad opera della Polizia Fluviale delle due figlie della donna, mamma di 38 anni, Giuseppina Orlando, che si è gettata nel Tevere da Ponte Testaccio a Roma. Il corpo della 38enne italiana era stato ritrovato ieri poco prima delle 12 dai sommozzatori della Polizia fluviale nel Tevere, all'altezza di Ponte Marconi. A dare l'allarme era stato un passante che aveva notato la donna sul ponte.

Roma, mamma suicida nel Tevere: si cercano ancora le gemelline. Pina Orlando aveva perso un'altra figlia

A denunciare al commissariato Celio la scomparsa di Giuseppina e delle bambine è stato il marito della donna, Francesco D., che al risveglio la mattina non ha trovato nessuno in casa. L'uomo, tra le lacrime, ha riconosciuto quel corpo confermando che si trattava della moglie.

Mamma suicida gettandosi nel Tevere, le gemelline di sei mesi «sparite nel nulla»

Il marito colpito da malore. «È entrato nel mercato, piangeva e chiedeva aiuto»



La vicina di casa: «L'ho vista uscire con le figliolette in braccio»

A spingere la mamma a compiere questo gesto estremo potrebbe essere stato il forte stress legato alla nascita prematura delle sue tre bimbe, alla morte di una di loro poco dopo il parto e al lungo ricovero in ospedale delle altre due gemelle. «Una tragedia enorme» ripetono i vicini di casa della coppia che da qualche mese viveva al pian terreno di uno stabile di Testaccio. «Mi hanno svegliato le urla di Francesco - ha raccontato Antonella guardando la porta dove è ancora attaccato il fiocco rosa - ho sentito piangere così mi sono affacciata. Tra le lacrime ripeteva 'È andata via con le bambine'».
 
 


In casa la scorsa notte c'erano anche i genitori di lei. «I nonni erano venuti per dare una mano con le bimbe - ha spiegato Gabriella - Si erano trasferiti qui a luglio proprio per il parto. Avevo visto la donna tre giorni fa quando aveva riportato a casa la seconda bimba e le ho fatto gli auguri. L'altra era stata dimessa a novembre. Sembrava tranquilla». La notizia si è subito sparsa nel mercato Testaccio, che ha uno degli ingressi di fronte al condominio dove abitava la famiglia da qualche mese. «Stamattina il marito è entrato nel mercato a cercarle. Piangeva e chiedeva aiuto» ha raccontato una commerciante. Nessun segnale nei giorni scorsi che potesse far presagire una tragedia simile. Anzi sembra che la famiglia si stesse preparando al Natale e la mamma avesse fatto acquisti per le sua bimbe. «Una famiglia distrutta» ha commentato un condomino uscendo dal palazzo. Mentre sui profili social delle coppia rimangono gli scatti dei tanti momenti felici vissuti insieme come il matrimonio, i viaggi e le serate in compagnia degli amici. Intanto la polizia continua a scandagliare la zona per trovare le sorelline. Controlli anche nei cassonetti dell'immondizia che la mamma ha incontrato durante il tragitto, di pochi metri, dal portone del palazzo al punto in cui si è gettata in acqua. Sulla vicenda indagano i poliziotti del commissariato Celio. Per le bimbe si teme il peggio. Tra le ipotesi che la donna si sia gettata con loro in braccio o che le abbia buttate in acqua qualche istante prima.
 
 


SOLITUDINE E DEPRESSIONE, QUANDO LE MADRI UCCIDONO
Il caso di Giuseppina Orlando potrebbe rivelarsi come un'altro tragico caso di infanticidio. Dove ancora una donna, travolta dalla depressione e dal senso di solitudine e impotenza, trascina con se il proprio figlio in una fuga disperata nel buio. Il 2018 è stato, infatti, costellato di episodi analoghi: madri, e in rari casi padri, che diventano carnefici dei proprio figli. In media, secondo dati diffusi in passato da alcuni istituti di ricerca, sono 22 gli episodi di infanticidio che si consumano annualmente in Italia. Nel passato recente i casi clamorosi come il delitto di Cogne del 2001 del piccolo Samuele Lorenzi o come quello del 2002 in Valtelllina dove una una madre di 31 anni ha tolto la vita alla figlioletta di 8 mesi mettendola in lavatrice.

Casi più recenti come quello di Veronica Panarello, che ha ucciso il figlio Loris di 8 anni il 29 novembre del 2014 a Santa Croce Camerina nel ragusano, o quello dell'aprile del 2013 in provincia di Brindisi dove una madre, prima di uccidersi, ha dato da bere del diserbante alla figlia di 3 anni uccidendola. A Roma l'ultimo caso risale al 18 settembre scorso: una detenuta tedesca ha ucciso i due suoi figli, di 6 mesi e 2 anni, scaraventandoli sulle scale del reparto nido del carcere di Rebibbia dove si trovava reclusa per reati di droga. Negli ultimi mesi, però, tragedie si sono registrate in altre parti d'Italia: il 3 dicembre una mamma di 26enne è stata arrestata dalla polizia a Catania con l'accusa di avere ucciso il proprio figlio di tre mesi lanciandolo a terra. Il neonato è morto in ospedale, lo scorso 15 novembre, il giorno dopo il ricovero per le ferite riportate alla testa.

Il 23 novembre un artigiano di 53 anni della provincia di Mantova è finito in carcere per l'accusa di omicidio volontario per avere appiccato il fuoco alla casa di famiglia causando la morte per soffocamento del figlio di 11 anni che si trovava all'interno. Una azione messa in atto per vendetta contro la moglie da cui si stava separando. E nella lunga scia di dolore di madri che uccido i figli anche il caso dell'infermiera di Aosta che a metà novembre con un micidiale cocktail a base di cloruro di potassio iniettato con la siringa ha ucciso i suoi figli di 7 e 9 anni prima di togliersi la vita. 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Dicembre 2018, 12:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA