Luca Carboni: «Spuntnik, disco sintetico, ma sempre vero come me»

Luca Carboni: «Spuntnik, disco sintetico, ma sempre vero come me»

di Rita Vecchio
Una Grande Festa è in testa alle classifiche radio dal terzo giorno di uscita. Il singolo di Luca Carboni che per strofa canta che ci vorrebbe “una bomba nucleare” e che anticipa Sputnik - l’album nuovo dall’8 giugno anche in vinile viola - ha avuto un successo a tratti inaspettato.

Cosa è Sputnik? 
«Musicalmente è l’asticella alzata al massimo dell’elettropop di Pop-Up. Niente chitarre, ma solo synth e tastiere. Per i suoni artefatti potrebbe sembrare finto, ma invece è un disco molto vero». 



Sì, ma la parola è russa: perché usarla? 
«Riprendo il termine che la mia generazione conosce bene. I primi anni ’60, le divisioni politiche, la propaganda sovietica, da cui prendo ispirazione per disegnare la copertina del disco: c’è una cabriolet, la bandiera italiana sulla Luna, la musica».

Politico?
«Solo apparentemente».

Cioè?
«Che è più sociale, con una riflessione sull’attualità che è cambiata rispetto a quegli anni».

In una canzone cita il muro di Berlino.
«In Film d’amore. Perché allora non si aveva paura di sfondare muri. La stessa cosa valeva per la musica. Oggi si deve osare di più».

«Ho collegato la Wi-Fi con il cuore», canta. Quel che resta dell’amore? 
«Amore digitale potrebbe essere il secondo singolo. È lo specchio di ciò che siamo diventati, dove “l’amore c’è ma non si vede”».

Si circonda spesso di giovani. 
«Mi piace il confronto. Calcutta (Io non voglio), Giorgio Poi (Prima di partire) e Flavio Pardini, in arte Gazzelle (L’alba) sono distanti solo anagraficamente, ma condivido il pensiero sulla musica d’autore».



Si è mai sentito fuori moda? 
«Non perdo la mia identità per piacere. Rivesto il pop a mio modo, guardando al presente senza dimenticare il passato». 

Momenti in cui pensava di mollare?
«Di alti e bassi ne abbiamo tutti. L’appoggio del pubblico mi ha dato autonomia e libertà di osare. A metterti in discussione è solo l’insuccesso».

Pensa spesso a Dalla? 
«Mi manca molto. Nonostante non andassimo sempre d’accordo e spesso lo lasciassi fuori dalla sala di registrazione. Se faccio il cantante è grazie a lui». 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Giugno 2018, 16:24
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