La palla avvelenata delle bocce finisce in Procura: "soldi per evitare la candidatura alla presidenza"

La palla avvelenata delle bocce finisce in Procura: "soldi per evitare la candidatura alla presidenza"

di Franco Pasqualetti
È uno dei giochi più antichi e popolari. Che anima le giornate di migliaia di persone. Ma in questi giorni in particolare (anche se la vicenda va avanti da anni) le bocce stanno diventando una sorta di palla avvelenata. Fatta di ricatti, di presunti tentativi di corruzioni, intercettazioni ambientali e registrazioni. Al centro della disputa la Federazione italiaba bocce e alcuni membri di vertice del Comitato Paralimpico. Lo scandalo scoppia nel 2017, quando l'allora Presidente della Fib, Romolo Rizzoli denuncia di essere stato più volte avvicinato dall'allora Segretario Generale del Comitato Italiano Paralimpico, Marco Giunio De Sanctis, il quale, in gli “avrebbe offerto denaro distorto dai fondi destinati allo sport dei disabili” (così si legge nella carte processuali), chiedendo di non ricandidarsi per la poltrona di presidente della Fib che occupava ininterrottamente da 23 anni (una sorta di papato in cui la Federazione è cresciuta, ha gestito bilanci milionari portanto in attivo le casse sportive grazie alle sottoscrizioni dei vari comitati regionali che consolidavano un bilancio da 700 mila euro di attivo). Rizzoli registra la proposta indecente con un telefonino e la "prova" viene messa agli atti dalla Procura.


I FATTI

Nel magio 2017 arriva il deferimento della Procura generale dello Sport: “deferiti” Romolo Rizzoli, autore della registrazione audio allegata all'inchiesta, per “condotta non conforme ai principi della lealtà sportiva nei rapporti con gli altri tesserati” e Marco Giunio De Santis per “condotta gravemente ingiuriosa e non conforme ai principi sportivi di lealtà, probità, rettitudini e correttezza morale e materiale nei rapporti con Rizzoli perché al fine di pianificare ed agevolare la propria elezione alla Presidenza della FIB, sfruttando l’autorevolezza di Luca Pancalli, Presidente CIP, proponeva a Rizzoli di ritirare la sua candidatura alla Presidenza FIB in cambio di una somma di denaro garantita per il quadriennio 2017/2020 in euro 36.000 , ricorrendo a fondi del CIP”. Nel luglio 2017 De Santis patteggia la pena alla squalifica di 45 giorni – ammettendo di fatto le proprie responsabilità – e rimane in sella al mondo delle bocce; nell’agosto successivo, il Tribunale federale condanna Rizzoli alla squalifica di 3 mesi con sospensione da qualunque qualifica federale.


DALLA GIUSTIZIA SPORTIVA AL TRIBUNALE ORDINARIO

Il passaggio della giustizia sportiva (che opera in assoluta autonomia e con assoluta celerità) al Tribunale ordinario ricorda tanto i fatti di Calciopoli. La Procura ha incastrato la denuncia di presunta tentata corruzione in un'inchiesta lunga e tortuosa. A distanza di tre anni dalla denuncia, il procedimento penale è ancora in una fase di indagine. Con ben due richieste di archiviazione da parte del Pubblico Ministero, Desirè Digeronimo, alla quale la difesa di Rizzoli per la seconda volta ha presentato richiesta di opposizione. L'udienza è stata fissata al prossimo 28 settembre. Ed è proprio settembre il fulcro centrale di questa vicenda. “Questo procedimento ha una particolarità – spiega il legale di Rizzoli, Enrico Napoletano -: si fonda sull'evidenza della prova che è già acquisita: una registrazione ambientale fatta con il telefono del denunciante, Romolo Rizzoli, dalla quale risulta chiaramente chi sono gli interlocutori, Marco Giunio De Sanctis e Romolo Rizzoli, al quale è stata fatta una proposta corruttiva, una richiesta di mercimonio di funzioni”, spiega l'avvocato.

GUERRA DI POLTRONE

Siamo in piena lotta per la presidenza della Federazione Bocce: Marco Giunio De Sanctis, tra il 2011 e il 2012, per la prima volta fa presente a Rizzoli la sua volontà di candidarsi alla presidenza della Fib, alle elezioni del 2012. “Questa intenzione venne rappresentata anche da Luca Pancalli (presidente del comitato paralimpico, ndr) – prosegue l'avvocato - dobbiamo ricordare che in quel momento, cominciava a girare la voce di un avvicendamento alla guida del Comitato Italiano Paralimpico, di cui Pancalli era già allora Presidente e di un suo possibile passaggio al Coni. Questa eventualità avrebbe dato la possibilità a Marco Giunio De Sanctis, allora segretario generale del Cip, di poter ambire a diventare Presidente. Questa crescita professionale di Luca Pancalli, poi, non si è verificata e quindi De Sanctis, che voleva crescere, cominciò ad interessarsi al mondo delle bocce”.

Il legale spiega anche che “Rizzoli non ha impedito mai la candidatura a un proprio possibile contendente, tuttavia, in quel momento non riteneva De Sanctis abbastanza maturo professionalmente per poter ricoprire un ruolo così importante. De Sanctis decise di non presentarsi alle elezioni del 2012 e Rizzoli venne riconfermato Presidente. Da allora, De Sanctis, iniziò a diffondere la notizia che Rizzoli a fine mandato si sarebbe ritirato e che lui stesso aveva ricevuto una investitura come successore. La cosa irritò molto Rizzoli”.


LA REPLICA DELLA FEDERAZIONE BOCCE

"La Procura ha già chiesto due volte l'archiviazione del caso e prima di ciò anche la giustizia sportiva e il Tar si erano pronunciat a nostro favore - spiega il segretario generale della FIB, Riccardo Milana - abbiamo la massima tranquillità. Una volta chiusa questa storia vedremo che risvolto avranno le vicende giudiziarie in corso relative alla gestione del centro tecnico federale gestito dal figlio dell'ex presidente Rizzoli".
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Luglio 2020, 16:13
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