Prostitute uccise a Roma, spunta l'audio della sorella di De Pau: «Malato psichiatrico, ma gli starò vicino»

Convalidato il fermo nel carcere di Regina Coeli

Prostitute uccise a Roma, spunta l'audio della sorella di De Pau: «Malato psichiatrico, ma gli starò vicino»

di Elena Fausta Gadeschi

Nel giorno della convalida del fermo nel carcere di Regina Coeli per Giandavide De Pau, l'uomo accusato del triplice omicidio di tre donne nel quartiere Prati di Roma, spuntano non solo due video della mattanza ripresi con il telefonino, ma anche la chiamata che la sorella del presunto killer avrebbe fatto al 112.

Chi l'ha visto, Stefano scomparso da Arenzano: l'ipotesi di un debito non pagato

L'audio della sorella del presunto killer

Come raccontato durante la puntata di oggi di Storie Italiane, dopo avere commesso gli omicidi, De Pau telefona alla sorella che, preoccupata da quanto riferito dal fratello, chiama subito i carabinieri. Ecco la registrazione del 112, mandata in onda: «Pronto, buongiorno. Senta io sono la sorella di Giandavide De Pau... allora le spiego... mio fratello che è sparito ieri, sotto l'uso di sostanze, completamente fuori di testa, una persona che non sta bene quando fa uso di sostanze e l'ho sentito questa notte, è riuscito a trovare un telefono perché ha il telefono spenta da ormai un giorno e mezzo e farfugliava di donne uccise, di sangue, di coltelli e di cose varie. E io mi sono sentita di chiamarvi».

«E che le ha detto signora?» chiede il carabiniere. «Mi ha detto che c'era sangue 'Perché quella stava sul letto', perché poi c'erano i servizi segreti, perché poi lui diventa matto quando fa uso di sostanze.

Dice c'era sangue 'Non so se sono stato io'... 'Non mi ricordo niente'».

«Non c'è niente da dire è una storia talmente grande – commenta la sorella di De Pau, che in tutti i modi ha denunciato insieme alla madre i comportamenti dell'uomo –. Siamo distrutte io e mamma. Posso dire solo questo, anche perché vedete poi quello che si affronta, no?». E prosegue: «Io mi aspetto che qualcuno li curi. Era una persona normalissima, che nei momenti normali, era normale. E nei momenti di rabbia poteva essere... l'uso di sostanze, qualche problema psichiatrico». La sorella però è intenzionata a non abbandonare l'uomo, come spiega ai microfoni di Storie Italiane: «È un essere umano, se lui vorrà vedermi, io gli porterò i vestiti, gli porterò le cose. Se lo mandano lontano non lo so, gli manderò i vestiti, perché è un essere umano, malato per giunta, è mio fratello. Io adesso ho questo compito, il dolore che provo io va messo da parte».

«C'è qualcuno che poteva aiutarvi in questa situazione?» chiede l'inviata. «Che puoi fare, le persone grandi fanno quello che vogliono. Che puoi fare? Viveva da solo lui». «Un appartamento così lussuoso... come faceva a pagarlo?» domanda la giornalista. «Quello è un appartamento del quale non voglio parlare, però non era il suo» conclude la sorella dell'uomo, che ha dei precedenti penali ed è affiliato al clan camorristico dei Senese. Un uomo che il gip ha definito «privo di freni inibitori».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Novembre 2022, 19:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA