Iari, malore fatale a 21 anni mentre ascoltava la musica con le cuffiette: il quartiere fa colletta per rimpatriare la salma
di Lorena Loiacono
Non riesce neanche a parlare, Oksana. La voce rotta dal pianto le permette solo di dire: «Non c'è più. Mio figlio Iari non è più qui con me». Quel figlio che, poco più che bambino, è partito con la sua mamma dall'Ucraina in guerra per raggiungere Roma. E provare a costruire qui una nuova vita insieme. E ci sono riusciti, eccome. Conquistando giorno dopo giorno l'affetto della gente, sempre restando l'uno al fianco dell'altra. Fino a pochi giorni fa quando Iari, appena 21enne, è stato trovato morto in un prato.
Aveva ancora le cuffiette nelle orecchie, quelle che ogni giorno lo accompagnavano con la musica. E Iari, anche quella mattina, stava andando all'università dove, grazie alla sua passione per lo studio, aveva scelto di studiare ingegneria. Un bellissimo percorso, interrotto senza preavviso.
A Roma da qualche anno, Iari si era fatto conoscere nel quartiere come quel bravo ragazzo educato e sorridente che, per studiare, aveva trovato anche un lavoretto. «Era un ragazzo dolcissimo, mio figlio - racconta Oksana - era buono e gli volevano tutti bene. Credo sia per questo che ora, intorno a me, ci sono tante persone eccezionali». Oksana ha saputo infatti quel che le sta accadendo intorno: un abbraccio che si sta stringendo intorno a lei, per farle sentire meno il peso di quella burocrazia dura e costosa. Troppo difficile da sostenere da sola, in certi momenti. E così è scattata una gara di solidarietà partita dalla Parrocchia di sant'Anselmo alla Cecchignola e dilagata online grazie alla pagina social del Comitato di Quartiere Cecchignola.
La notizia della morte di Iari ha infatti lasciato tutti senza parole. Perché non ci sono parole. «Questo è solo il momento di stringerci intorno alla mamma - spiega il parroco di Sant'Anselmo alla Cecchignola - stiamo raccogliendo offerte per aiutarla ad organizzare il funerale e, soprattutto, a riportare la giovane salma in Ucraina. Lei non ci ha chiesto niente ma il quartiere, ancora una volta, si è messo la mano sul cuore».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Maggio 2019, 10:45
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