Giardino degli Aranci, il clivio ancora chiuso per neve: nessuno interviene

Giardino degli Aranci, il clivio ancora chiuso per neve: nessuno interviene

di Valentina Conti
Muri e lampioni pericolanti. Danger walls and lamps. C'è solo un foglio di avviso appeso sulle transenne, in versione bilingue, rivolto a romani e turisti, con accanto il segnale di pericolo, a bloccare l'entrata, lato Lungotevere, del Clivo di Rocca Savella all'Aventino, I Municipio, ripulito in grande spolvero - nuove fioriere comprese - poco tempo fa. E off-limits di nuovo dal post-emergenza neve. Proprio così, i visitatori con le guide in mano, spaesati, fanno marcia indietro. Il nastro arancione copre l'area inaccessibile per motivi di sicurezza oramai da quasi tre mesi. E la zona di ingresso lastricata di sampietrini si è trasformata nel regno della sosta selvaggia delle auto.
Lo storico corridoio pedonale che, tramite la scalinata, conduce al Giardino degli Aranci, è dunque ad oggi chiuso al pubblico, e non si sa quando riaprirà. Non si vede nessun operaio a lavoro. Ingressi sbarrati dai lucchetti all'interno del parco - riaperto dopo una vita dalla nevicata nella Capitale, all'indomani anche delle pressanti denunce di Leggo. Il nastro dei vigili ne delimita il perimetro. A fianco della vegetazione incolta che sembra foresta e a pezzi di mura rischiosi che si notano non poco osservando dalle fessure. In compenso, presso le inferriate che sporgono su via di Santa Sabina si è trasferita la residenza di una coppia di clochard, che vivono lì, all'ombra delle mura del XIII secolo, in pianta stabile, coperti da ombrelli e coperte, con lenzuoli appesi ai fili nella rigogliosa area verde di fronte, in mezzo a sacchi di immondizia.
Nella zona, anche qui, recintata dal nastro arancione che segnala inacessibilità alla buona ai passanti da prima ancora che il giardino fosse chiuso per neve. C'è chi si ferma e non comprende perché non si possa più accedere da settimane.
«Sono venuta qui con i miei bambini due weekend fa e ci sono tornata domenica scorsa, ma è sempre così questa entrata. Il Parco si può solo raggiungere dall'ingresso principale», allarga le braccia Eleonora Beati, una mamma. Dietro di lei ci sono due stranieri che decidono di non rinunciare, facendosela a piedi costeggiando il versante opposto che sfocia nella ripida salita. Al pari dei cumuli di rami secchi rimasti in tante vie della città e di altri spazi ancora fuori controllo, l'Urbe nonostante il bel tempo all'orizzonte proprio non ce la fa a rientrare a regime dai fiocchi rimasti già un ricordo.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Maggio 2018, 09:35
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