Francesco Valdiserri investito e ucciso a Roma, l'appello social del padre: «Se bevete non guidate»

Mentre la Procura chiede l'omicidio stradale per Chiara Silvestri, Luca Valdiserri si rivolge ai giovani

Francesco Valdiserri, l'appello social del padre: «Se bevete non guidate»

di Redazione Web

«Non guidate se avete bevuto o preso sostanze, non usate lo smartphone: rispettate i limiti di velocità». Sono le parole che Luca Valdiserri, giornalista e padre di Francesco, il 18enne investito e ucciso da una auto ad ottobre a Roma, commentando la chiusura delle indagini a carico di Chiara Silvestri, la ragazza che quella notte era alla guida di una Suzuki Swift in via Cristoforo Colombo a Roma.

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La richiesta dei magistrati

 

I magistrati di piazzale Clodio, che contestano all'indagata il reato di omicidio stradale, hanno chiesto il giudizio immediato alla luce delle prove raccolte nel corso delle indagini e di una maxi consulenza dalla quale è emerso che la donna quella tragica notte aveva un tasso alcolemico tre volte superiore al consentito e l'auto viaggiava ad una velocità superiore ai limiti previsti in quel tratto di strada. Il gip ora vaglierà la richiesta della Procura che ha sollecitato il rito che consente di portare il processo direttamente in aula senza passare per l'udienza preliminare.

L'appello social

«Non abbiamo mai parlato direttamente della notte che ha distrutto la vita di Fra e le nostre - scrive su Twitter il padre del ragazzo -.

Parliamo e parleremo di lui come di tante altre vittime della violenza stradale».

La tragedia

L'incidente avvenne la notte tra il 19 e il 20 ottobre 2022. La mezzanotte era passata da una decina di minuti, quando sulla laterale di via Colombo, l'arteria che unisce Roma al litorale, un'auto ha perso il controllo finendo a tutta velocità sul marciapiede: un segnale stradale viene sradicato e poi la Suzuki investe Francesco ed un suo amico, quest'ultimo rimasto miracolosamente illeso. Silvestri venne immediatamente arrestata e posta ai domiciliari, nel suo passato anche un ritiro della patente per guida in stato di ebrezza e per essersi rifiutata di sottoporsi al test del palloncino. Nel corso dell'interrogatorio di convalida la ragazza affermò di non ricordare nulla di quanto avvenuto. «Non ho visto quei due ragazzi e non so come ho fatto ad arrivare sul quel marciapiede con la macchina». E ancora: «tutto si è consumato in un attimo. Ero in auto con un mio amico - ha detto la ragazza -. Stavamo scherzando, eravamo tranquilli: non pensavo potesse accadere una cosa del genere». Secondo l'accusa la giovane quella notte era in «stato di alterazione psicofisica» anche per l'alcol assunto nelle ore precedenti al tragico schianto.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Marzo 2023, 19:46
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