Roma, passeggiata lungo via del Mandrione:«Erbacce e abbandono tra archeologia e storia»

Passeggiata lungo via del Mandrione:«Erbacce e abbandono tra archeologia e storia»

di Emilio Orlando
Siepi che invadono la strada, alberi dalle fronde larghe che hanno creato una galleria naturale, rovi e piante di capperi rampicanti che ormai padrone delle mura dell' acquedotto ed infine qualche casa abbandonata. Come se la  natura si stesse reinpossessando di quello che una volta era suo, è lo scenario che appare in uno di quelli che una volta era uno degli angoli più suggestivi di Roma. Un salto nel passato, ma anche nel degrado. Quando si passa sotto l' arco che da via Tuscolana porta in via del Mandrione è come varcare la soglia del tempo. Una dimensione che sembra fare un certo effetto, a chi percorreva tutti i giorni, fino a qualche anno fa, quell' arteria come scorciatoia per sfuggire al traffico della Tuscolana e trovarsi a piazza Lodi (nella foto in basso di Emilio Orlando via del Mandrione).

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Si sentivano rumori strani provenire dall'alto. Poi un crash.

Oggi tutto ciò non è più possibile.  Dalla storica fontana, eretta da Papa Clemente XII sulle mura dell' Acquedotto Felice, che fa da “guardiana" all' ingresso sembra di entrare in una realtà dove il tempo si è fermato. « Non sembra nemmeno di trovarsi a Roma - racconta Cesare, che in sella alla sua mountain bike trascorre il sabato mattina pedalando tra le mura dell acquedotto e la linea ferroviaria che costeggia il Mandrione. E' una vergogna che in un posto così strardinario, da molti anni nessuno provvede più alla manutenzione del verde pubblico. Prima o poi crollerà tutto e la nostra storia verrà cancellata». (Foto Emilio Orlando).

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Il canto assordante delle cicale, le scorribande dei ratti, grandi come gatti sui rami degli alberi ed i segnali stradali coperti dalle foglie e dalle siepi. (Nella foto di Emilio Orlando Via del Mandrione).

 

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Su quel tratto di strada dopo il bombardamento di San Lorenzo del 1943, gli sfollati nè occuparono gli archi per diversi motivi. Primo fra tutti perchè l’acqua che passava dentro l' acquedotto si poteva bere e ci si poteva scalvare sotto le volte degli archi che durante il giorno immagazzinavano il calore che veniva poi rilasciato durante la notte. La seconda ragione perchè gli sfollati scelsero il Mandrione era per la presenza di terreni incolti che si potevano adibire ad orti e ad aie dove tenere polli e galline per sfamarsi. (Foto di Emilio Orlando).

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Dopo la prima ondata degli sfollati daibombardamenti, quelle volte dell' acquedotto divennero alcove dove le prostitute ricevevano i loro clienti. Successivamente i primi membri della famiglia Casamonica, divenuta poi clan quando arrivarono a Roma dall' Abbruzzo occuparono quella zona con baracche ed abitazioni abusive. (Foto di Emilio Orlando).

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Nessuno intervento di manutenzione ordinario e straordinario, sembra per il momento essere stato calendarizzato dal servizio giardini del Comune o da altri enti che hanno in gestione quel tratto di strada. Quei pochi residenti che vivono ancora li, hanno ormai perso le speranze. «Siamo stati abandonati a noi stessi. Qui c' è da avere paura - commenta un giovane bengalese che abita vicino la stazione ferroviaria. Pur essendo ben illuminato dai lampioni ci sono le foglie degli alberi che impediscono alla luce di penetrare». (Foto di Emilio Orlando).

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Nell' atmosfera che si respira oggi, molto sembra provenire dagli “Scritti Corsari” di Pier Paolo Pasolini, alcuni dei quali sono ambientati ed ispirati proprio al Mandrione
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2023, 22:43
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