Emergenza rifiuti a Roma, l'Ama si mobilita: 300 nuovi netturbini in arrivo dagli uffici

Le strade della Capitale tornano ad essere sommerse di rifiuti e Ama pesca nei suoi uffici 300 nuovi netturbini che si trovavano negli uffici per certificati di inidoneità ormai scaduti

Emergenza rifiuti a Roma, l'Ama si mobilita: 300 nuovi netturbini in arrivo dagli uffici

Tornano l'estate e il gran caldo e, inevitabilmente, a Roma si torna a parlare di emergenza rifiuti. E per sopperire all'assenza di personale e dei soliti sbocchi dove portare la spazzatura della Capitale, Ama prepara una mossa a sorpresa per guarire dalla sindrome della «coperta corta». L'azienda di smaltimento rifiuti è pronta a trasferire 300 dipendenti dagli uffici alla strada.

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Come riportato da Il Messaggero, 300 dipendenti passeranno dalla scrivania di un ufficio o da una postazione in una guardiania e mandati in strada per fare da ispettori, per guidare i camion o, in alcuni casi, per spazzare i marciapiedi. Questa la stretta di Ama per ridurre il numero degli inidonei, attualmente sono 1.500 ma con diverse gradi, i dipendenti che per le loro condizioni di salute sono costretti a non poter svolgere tutte le mansioni chieste agli operai della municipalizzata dei rifiuti.

Dall'azienda ci tengono a sottolineare che «non si tratta di lavoratori imboscati o di falsi invalidi», ma di gente alla quale, negli ultimi anni, non è più stato valutato il livello di inidoneità, che in tantissimi casi è temporaneo. Sì, perché gli attuali amministratori di Ama hanno notato che i loro predecessori avevano interrotto da almeno un biennio le visite di controllo: di più, ce n'erano circa 5mila in giacenza. Con il ritorno in campo delle commissioni mediche, si è scoperto che rispetto al passato 300 dipendenti potevano coprire mansioni più onerose dal punto di vista fisico: persino guidare un mezzo o spazzare le strade.


«Nuova» forza lavoro che è una vera e propria boccata d'ossigeno in una fase nella quale la municipalizzata lamenta un deficit di personale di almeno 500 addetti ed è tornata nell'occhio del ciclone per i ritardi nel ritiro dei rifiuti in alcune zone della Capitale o per le tante vie del Centro coperte da cartacce e bottiglie.


Una situazione che sta allarmando non poco il sindaco Roberto Gualtieri.

Il quale, ieri, ha convocato in Campidoglio i vertici di Ama e i dirigenti del dipartimento Rifiuti, preoccupato perché da mercoledì prossimo Rida, uno dei principali fornitori di via Calderon de La Barca, chiuderà per 10 giorni il suo Tbm per manutenzione, costringendo l'azienda a trovare altre ditte per trattare circa mille tonnellate di indifferenziato al giorno. Il primo cittadino si sarebbe anche lamentato perché avrebbe registrato interruzioni nella catena delle informazioni sui flussi tra il Campidoglio e la municipalizzata, poco controllo sulla raccolta di bar e ristoranti, qualche gap nella programmazione e nelle previsioni sulla produzione dei rifiuti, che ormai sfiora le 20mila tonnellate a settimana.

In quest'ottica è stata istituita una cabina di regia coordinata dal capo di gabinetto del sindaco, Albino Ruberti, la stessa Ama e l'assessorato all'Ambiente che da lunedì monitorerà in tempo reale con i Municipi le attività di raccolta e di spazzamento così come le disponibilità degli sbocchi. Al riguardo non sarebbero stati ancora trovati Tmb, tritovagliatori e inceneritori in tutt'Italia per conferire tutte le mille tonnellate destinate a Rida: di sicuro la metà sarà inviata nel Frusinate alla Saf.


Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Giugno 2022, 12:37
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