Emanuela Orlandi, i risultati del Dna la prossima settimana. I dubbi della famiglia

Emanuela Orlandi, i risultati del Dna la prossima settimana. I dubbi della famiglia

di Emilio Orlando
I risultati dei test del Dna sulle ossa tovate nella sede della Nunziatura Apostolica si conosceranno solo a metà della prossima settimana, dopo che i periti nominati dalla procura di Roma avranno redatto le loro relazioni. A distanza di quasi due settimane dal macabro ritrovamento di resti umani che si sospetta possano appartenere ad Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, i genetisti forensi stanno ancora lavorando per estrarre i campioni genetici che verranno poi confrontati con quelli repertati sui familiari di Emanuela e Mirella, scomparse entrambe nel 1983 a distanza di poco più di quaranta giorni l'una dall'altra. I dubbi dei parenti delle due ragazze rimangono. Infatti ci si chiede come si sia ipotizzato sin da subito che i frammanti di scheletro potessero appartenere alle due ragazze senza che vi sia stato alcun accertamento investigativo. Ieri mattina Pietro Orlandi si è recato con Laura Sgrò, legale della famiglia, negli uffici del procuratore aggiunto Francesco Caporale, che coordina le indagini, dove è stato fatto il punto sulle analisi.

Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Oggi i campioni di Dna estratti dalle ossa ritrovate in via Po'

Allo stato attuale non è ancora certo a che epoca risalgano i resti e se riguardino una sola persona. In passato si sarebbero verificati altri episodi analoghi. Le indagini si svolgono in collaborazione tra la magistratura italiana e quella vaticana. La Procura di Roma sta procedendo per l'ipotesi di reato di omicidio. Il ritrovamento sarebbe avvenuto in un edificio di proprietà del Vaticano. 
A luglio del 2008 la polizia ispezionò alcuni sotterranei di un palazzo nel quartiere romano di Monteverde, che secondo le indicazioni di Sabrina Minardi, collaboratrice di giustizia per il caso Orlando ed ex amante di Enrico De Pedis detto Renatino, elemento di spicco della banda della Magliana, in quello stabile c'era la prigione in cui venne tenuta segregata Emanuela. La scientifica, insieme agli uomini della  mobile, ispezionò anche i sotterranei dell' abitazione appartenuta a Daniela Mobili, la donna di Abbruciati, uno dei boss della Banda della Magliana insieme a Enrico (Renatino) De Pedis. Ma ha anche esplorato i cunicoli che si trovano sotto la scuola materna ed elementare di piazza Ravizza. Vennero impiegati diverse strumentazioni elettroniche all' avanguardia, come georadar,  cani molecolari per fiutare tracce di ossa e reagenti chimici, ma le indagini non portarono a nulla di concreto. Nel corso degli anni, il fratello Pietro ha diramato numerosi appelli, non ultimo quello a Papa Francesco, affinchè venisse fuori la verità sulla sorella.

Emanuela e Mirella, due scomparse, una sola pista.
Lunedì i primi risultati del Dna


L'anno successivo la Minardi venne convocata in procura a Roma per essere ascoltata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pm Simona Maisto .  Agli inquirenti raccontò con dovizia di particolari come morì Emanuela. Secondo la superteste la Orlandi sarebbe stata uccisa qualche mese dopo il sequestro e il cadavere gettato, chiuso in un sacco assieme a un altro corpo, in una betoniera. La Minardi asserì di non aver visto il corpo della Orlandi. Lo apprese solo  da De Pedis, che lei accompagnò  in un cantiere a Torvajanica, sul litorale romano. Con Renatino - secondo la Minardi - c'era un altro uomo che però non venne mai identificato dalle indagini svolte negli anni. Anche il reo confesso Marco Accetti, che si autoaccusò del sequestro, intervistato in esclusiva da “Leggo” ha escluso che quei resti umani possano apartenere ad Emanuela e Mirella. La prossima settimana arriverà la soluzione del giallo. 

Ossa in Nunziatura, Marco Accetti choc: «Non sono della Orlandi, chi l'ha uccisa non ha lasciato tracce»
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Novembre 2018, 14:24
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