Eleonora Abbagnato: «La mia Manon definitiva, forse l'ultima»

Eleonora Abbagnato: «La mia Manon definitiva, forse l'ultima»

di Alessandra De Tommasi
Eleonora Abbagnato sta per scrivere la storia, la sua storia: la direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera torna sulle punte per un ruolo che ne ha definito la carriera, Manon di Jules Massenet diretta da Martin Yates.

Perché questo quinto titolo della stagione, per la prima volta al Costanzi, è così speciale per lei?
Perché forse sarà la mia ultima Manon. E non solo: l’ho sempre amata a tal punto da sognare fin da piccola di metterla in scena. Prima d’ora ci sono riuscita anche tre anni fa all’Opera di Parigi, il tempio della danza, a tre mesi dalla nascita del mio secondogenito Gabriel. Una follia, lo so, ma non potevo rinunciarci, anche se dopo la maternità il ruolo è stato ancora più difficile del solito, soprattutto per le prese. Ecco perché sono felicissima di averlo lavorato di nuovo oggi e con una nuova energia.
 
 

Quali sono le difficoltà?
Non mi riferisco solo alla complessità della storia ma anche alla tecnica e da un punto di vista teatrale. È un balletto sottile con tanti dettagli e abbiamo aspettato un bel po’ per averlo nel nostro repertorio. Io sono fortunata ad avere un compagno come Vogel di cui tutte sono innamorate e di cui lo sarò anch’io. Ci sarà una bellissima energia.


Altre soddisfazioni da direttrice?
La nostra compagnia sta acquisendo sempre più valore, aprendosi ai giovani con i talenti della nostra accademia, che in Manon vanno in scena come primi ballerini. Ogni giorno è una lotta per avere il meglio: lottiamo per avere a Roma coreografi importanti e io non mollo davanti a chi dice che la danza viene messa da parte.

Parla del panorama italiano?
Qui siamo ormai rimasti in pochi a portare avanti i corpi di ballo, ma io sono arrivata nella Capitale con uno scopo ben preciso e sono contenta di averlo raggiunto in poco tempo, trasformando questa compagnia. Ho enorme fiducia verso i nostri ballerini, che vanno seguiti e incoraggiati e hanno bisogno di aiuto per crescere.

Ballerini giovani per un pubblico giovane?
Certo, a cui vogliamo portare non sono i classici ma anche autori come Kenneth MacMillan. E i risultati si vedono: abbiamo già partecipato a varie tournèe e da tanti teatri continuiamo a ricevere richieste.

Roberto Bolle potrebbe unirsi a voi in autunno?
Siamo amici e costantemente in contatto ma per adesso altri impegni gli impediscono di partecipare alla nostra stagione invernale. Vi assicuro però un cartellone eccezionale.

FRIEDMAN VOGEL: Il 38enne dagli occhi di ghiaccio è la risposta tedesca a Roberto Bolle: l’étoile ha preso parte ai corpi di ballo più prestigiosi in giro per il mondo, da Tokyo al Bolshoi, da Santiago del Cile alla Scala. Eletto danzatore dell’anno nel 2010 dalla critica internazionale, torna a lavorare con Eleonora Abbagnato per la Manon. “Sono onorato di prendere parte a questo capolavoro, dal punto di vista emozionale e musicale, perché racconta la gamma delle emozioni umani, dall’amore alla rabbia, con una spontaneità che spiazza e trasforma ogni messa in scena in un viaggio unico e diverso. Ci mettiamo in gioco non solo come ballerini ma come attori, con la certezza che sul palco potrà succedere di tutto”.

DOVE, COME, QUANDO: Manon, Teatro dell’Opera di Roma, Piazza Beniamino Gigli 1,25-31/05 ore 20 (anteprima giovani il 24/05 alle ore 19; il 25 alle 20; il 26 alle 18; il 27 alle 16,30; 29-30-31 ore 20), 17-100 euro, 0648160255
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Maggio 2018, 09:11