Dolcenera: «Io sono Diversamente Pop e scelgo i teatri per scoprire il mio pubblico»

Dolcenera in tour con "Diversamente Pop": «La scaletta la scelgono i fan su Instagram»

di Ida Di Grazia
Emanuela Trane, in arte Dolcenera, dopo il grande successo estivo del singolo “Amaremare”  partirà dal 2 novembre con il tour nei teatri “DIVERSAMENTE POP”, a partire dal 2 novembre. Il 5 novembre sarà a Teatro Brancaccio di Roma.

Come nasce la scelta di fare un tour nei teatri?
«Il clima che riesco a creare in teatro è molto confidenziale, lo spettacolo si trasforma in rapporto vero. Io provo a togliere la parte di costruzione per cui c’è improvvisazione musicale, parlo con il pubblico, cerco di capire chi c’è davanti a me».



La scelta di intitolare il tour Diversamente Pop la rispecchia come artista? È difficile “incasellarla” in un genere?
«Mi definiscono sempre la cantautrice eclettica della musica italiana, che un po’ è vero, ma il mio punto fermo è la parte cantautoriale che non è mai venuta meno a partire da “com’è straordinaria la vita” ad arrivare a “Amaremare”. Poi con la musica mi piace giocare, è un territorio che può essere esplorato all’infinito, mi piace capirla tutta ed apprezzarne la forza di ogni genere. Fondamentalmente cerco di non prendere questo come un mestiere, perché vorrebbe dire trovare la canzone giusta e riproporla all’infinito per non sbagliare, e a me non piace. Io la riconosco negli altri quando la fanno e non voglio farlo io. Non ho mai rifatto una cosa che avevo già fatto e che magari ha avuto anche successo, ho sempre cercato di sorprendermi ».

Il suo modo di scrivere è molto diverso da quello ad esempio della trap, per non dire completamente opposto. Come fa a coniugare queste due anime suonando addirittura Bach su una canzone di Young Signorino?
«Queste cover trap sono state un altro segnale del mio modo di specchiarmi nella musica, anche le correnti più moderne, per farlo ho bisogno di denudarle, farle unplagged piano e voce. In questa analisi mi rendo conto che la visione della società che ha la trap è quella di un mondo senza speranza: non è l’unione che fa la forza, ogni lotta che non sia personale non ha valore, però ho scoperto che è un po’ una visione realistica perché è fatta da ragazzi che da ceto medio sono diventate ceto povero , sono persone che hanno visto cambiare il loro mondo».

La canzone a cui è più legata lei e quella che le richiede il pubblico più spesso
«“Ci vediamo a casa” è la canzone della svolta. E’ condivisa. L’ho scritta nel 2011 mentre cercavo casa ed era il momento in cui per la prima volta in Italia veniva usata la parola crisi, in quel momento abbiamo preso coscienza del cambiamento e che gli istituti di credito facevano fatica a stare accanto alle persone»


 
Il tour termina a dicembre, in teoria potrebbe partecipare al Festival di Sanremo, ci ha pensato?
«Non sono in tour, ma non è nei miei piani. Il pensiero me lo faccio venire solo se ho una canzone che reputo giusta per quel palco».

La verità?
«Non mi piace la gara Mi ricordo il primo anno che ho partecipato a Sanremo giovani c’era una specie di gara tra me e un’altra ragazza allora minorenne, perché un giorno ero prima io il giorno dopo. Io all’epoca ne avevo ventisei,, quando leggevo i giornali che per forza ci mettevano a paragone mi mandava fuori di testa. Chiamai il fidanzato dell’epoca, che poi è quello che c’è ancora di oggi, il sabato che era il giorno della finale gli dissi che stavo tornando a casa, trenta secondi di silenzio, io non ci sto a queste regole dicevo, per me non esiste la gara in musica, quindi io me ne vado a casa. Lui ha chiamato tutti quelli attorno a me per cercare di farmi ragionare. Questo non perché non reggessi la sfida o il confronto. Io ho sempre fatto tennis, la sfida mi piace, ha forgiato il mio carattere, ma in quel caso era una gara impari, non ci si scontra né sullo stesso piano né con le stesse armi».

Tornando al  scaletta ci dia qualche anticipazione
«La sto facendo scegliere al pubblico nelle stories su Instagram. Metto in gara due pezzi alla volta e loro decidono, anche se il mio pubblico lo sa io sono un’anarchica e la scaletta non la rispetto molto. Mi piace improvvisare sul palco insieme alla band. Sono tutti polistrumentisti in modo da potermi stare dietro a tutti i cambiamenti che ho avuto in questi anni».
Foto di Emanuela Cali

DATE TOUR 2019
- 2 novembre al Teatro Caio Melisso di Spoleto (PG) – data zero
- 5 novembre al Teatro Brancaccio di Roma
- 11 novembre al Teatro Puccini di Firenze
- 18 novembre al Teatro della Luna di Assago (MI)
- 14 dicembre al Teatro Openjobmetis di Varese 
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Ottobre 2019, 07:45
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