Coronavirus, Salvatore Monni: «La pandemia a Roma ha messo in evidenza e accentuato le disuguglianze»

Coronavirus, Salvatore Monni: «La pandemia a Roma ha messo in evidenza e accentuato le disuguglianze»

di Enrico Chillè

«Purtroppo non è vero che il coronavirus non fa distinzioni. La pandemia, a Roma e non solo, ha messo in evidenza e accentuato le disuguaglianze». Inizia così l'analisi del contagio nella Capitale da parte di Salvatore Monni, professore associato del Dipartimento di Economia dell'Università di Roma Tre e autore del portale MappaRoma.info.

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Il professor Monni, parlando con Leggo, ha analizzato i dati emersi dall'analisi del contagio a Roma dall'inizio della seconda ondata: «I dati dimostrano chiaramente che, per quanto riguarda i quartieri più colpiti, c'è un chiaro divario socio-economico e culturale evidenziato e accentuato dalla pandemia. Il primo dato che balza agli occhi è chiaro: le zone più colpite sono quelle in cui vivono le fasce più disagiate della popolazione».

Uno dei principali fattori della diversità del contagio nello sterminato territorio di Roma è quello del lavoro. «C'è un enorme divario tra chi lavora e chi no, ma anche un divario tra chi può lavorare in smartworking. Le fasce più disagiate della popolazione, quasi sempre, sono quelle che non possono permettersi di lavorare in smartworking» - spiega il professor Monni - «L'aspetto economico incide profondamente nelle mappe del contagio che abbiamo realizzato analizzando tutti i casi dall'inizio della seconda ondata. Le fasce più povere della popolazione, ad esempio, non possono permettersi le mascherine più efficaci contro il contagio, come le FFP2. Senza contare un fattore come la disponibilità di metri quadri per singolo individuo, che dall'estrema periferia alle zone più ricche e centrali praticamente si raddoppia».

Un altro fattore è quello dell'aspetto culturale. Come spiega il professor Monni, nella seconda ondata le zone più colpite sono quelle periferiche e del quadrante Est di Roma: «La percentuale dei laureati in alcune zone dell'estrema periferia è appena del 5%, ai Parioli è del 42%. Generalmente, i non laureati sono coloro che non possono lavorare da remoto e devono spostarsi quotidianamente, spesso sui mezzi pubblici che non garantiscono una adeguata protezione dal contagio».

Il professor Salvatore Monni, insieme ai colleghi di MappaRoma.info, negli anni passati si è occupato di ricostruire la cosiddetta geografia del disagio socio-economico. «Nella zona Est di Roma, quella più colpita dal contagio, negli ultimi anni si è concentrata la maggior parte delle erogazioni di sussidi da parte dell'Inps: dalla cassintegrazione ai bonus Covid, passando per il reddito di cittadinanza. Un dato indicativo, anche se parziale, perché non considera la diffusione del lavoro in nero» - conclude il professor Monni - «Le disuguaglianze erano un problema già radicato negli scorsi anni, la pandemia le ha messe in evidenza e le ha accentuate. Questo non avviene solo a Roma, ma in tutte le grandi città d'Italia e d'Europa. Nella Capitale, però, ci sono dei dati incontrovertibili che emergono dai vari rapporti dell'Istat e della Caritas (nell'ultimo anno, gli accessi alle mense sono aumentati del 30%)».


Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Marzo 2021, 17:03
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