Cornavirus dal Bangladesh, a Fiumicino 260 test sierologici in 9 ore: così il Lazio ha scongiurato la 'bomba virale'

Cornavirus dal Bangladesh, a Fiumicino 260 test sierologici in 9 ore: così il Lazio ha scongiurato la 'bomba virale'
Tamponi e sierologici no-stop a tutti i passeggeri approdati a Fiumicino da Dacca, isolamento per tutti e una media di quasi 30 test all'ora. Prima dello stop ai voli provenienti dal Bangladesh, decretato questa mattina e annunciato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, la Regione Lazio è riuscita a scongiurare, grazie al lavoro incessante di medici e operatori sanitari, un focolaio di ritorno di coronavirus dalle dimensioni difficilmente prevedibili e quantificabili.

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Per l'assessore regionale alla Salute, Alessio D'Amato, la decisione di controllare direttamente in aeroporto i passeggeri provenienti dal Bangladesh, dopo i vari casi di contagio accertati nei cittadini che vivono e lavorano nella Capitale, ha permesso di «fermare una vera e propria bomba virale». Merito del lavoro degli operatori dell'Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale (Uscar) e della Asl Roma 3, che a Fiumicino hanno realizzato quasi senza sosta, dal primo pomeriggio di ieri fino ad oggi, centinaia di test, accertando la positività di almeno 21 passeggeri.

Considerando le abitudini della comunità del Bangladesh, che spesso vivono in gran numero all'interno di piccoli appartamenti, l'isolamento dei positivi è stata una misura necessaria e assolutamente vincente. Ne è convinto anche Fabio Valente, apprezzato professionista che da ieri è al lavoro insieme ad altri 25 colleghi, ripartiti in otto diverse squadre: «È anche grazie alla prontezza della nostra azione che il ministro Speranza ha sospeso i voli da Dacca, scongiurando nuovi focolai. Sarebbe stata una catastrofe, visto il rilassamento attuale».


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Luglio 2020, 13:43
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