Chiara Corbella non curò il cancro per far nascere il figlio: nuova santa per Roma, verso la beatificazione
di Valeria Arnaldi
Aveva 28 anni Chiara Corbella Petrillo quando, il 13 giugno 2012, si è spenta per un tumore lasciando il marito Enrico e il piccolo Francesco. Ma «essendo andata aumentando, col passare degli anni, la sua fama di santità», la diocesi capitolina ha pubblicato il 2 luglio l'editto con cui si avvia il processo per la causa di canonizzazione e beatificazione richiesta dall'Associazione Chiara Corbella Petrillo. «La sua oblazione - si legge nell'editto - rimane come faro di luce, della speranza, testimonianza della fede in Dio, autore della vita, esempio dell'amore più grande e della morte».
Chiara aveva conosciuto Enrico a Medjugorje. Si sono sposati nel 2008 e dopo pochi mesi, la giovane è rimasta incinta di una bimba, Maria, affetta da una grave malformazione. La coppia ha voluto far nascere ugualmente la piccola, l'ha battezzata e l'ha assistita fino alla morte, avvenuta dopo circa mezz'ora. Poi, Chiara ha partorito Davide, solo che anche questo bimbo è nato con malformazioni che non l'hanno fatto sopravvivere.
Il terzo figlio, Francesco, era sano. La gioia per la notizia è stata però funestata dalla scoperta di un tumore. Chiara doveva scegliere tra la sua vita e quella del bimbo. Eventuali cure sarebbero state letali per il piccolo. Ha deciso di rimandare i trattamenti.
Francesco è nato in perfetta salute. Il tumore però si è diffuso fino a portarla alla morte, anzi alla sua nascita in cielo come sottolineano gli amici. «Chiara era una ragazza normale - commenta Gigi De Palo, presidente Forum delle associazioni familiari - aveva paura come tutti, anche di sofferenza e malattia, però, sollecitata dalla vita, ha tirato fuori qualcosa di inspiegabile. Oggi, tutti i giorni c'è chi prega sulla sua tomba al Verano». Ora, sarà la Chiesa a scrivere un nuovo capitolo della sua storia.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Luglio 2018, 18:13
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