Chi è Johnny lo Zingaro: omicidi e fughe sin da ragazzo, Giuseppe Mastini è evaso ancora

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È stato il bandito che ha terrorizzato Roma tra gli anni '70 e '80, lasciando dietro di sé una lunga scia di crimini e sangue. Giuseppe Mastini, meglio conosciuto come Johnny lo Zingaro, per via delle sue origini sinti, è fuggito nuovamente dal carcere: l'ultima volta era successo nel 2017 a Fossano (Cuneo), oggi ha nuovamente approfittato di un permesso premio per non rientrare a Bancali, il penitenziario di Sassari, e ora lo cercano in tutta Italia.



CHI È JOHNNY LO ZINGARO Nato da una famiglia di giostrai 60 anni fa, nel 1975, a 14 anni, viene accusato del delitto di un tranviere, Vincenzo Bigi, ucciso dopo una rapina: Mastini viene portato nel carcere minorile di Casal del Marmo, da dove però riesce a fuggire, prima di essere nuovamente arrestato. Nel 1987 esce in permesso premio dal carcere, ma non rientra: in quei giorni, secondo le accuse, 'il biondino' (altro suo soprannome) prima entra nella villa dei coniugi Buratti a Sacrofano, uccidendo il marito e ferendo gravemente la moglie, poi ruba un'auto e sequestra una ragazza di 20 anni, Silvia Leonardi.

Ancora fughe, inseguimenti, scontri a fuoco. In uno di questi resta ucciso l'agente Michele Girardi. Il 24 marzo del 1987 viene arrestato dopo un'imponente battuta di caccia coordinata da Niccolò D'Angelo, ex questore ed ex capo della Squadra Mobile di Roma. Settecento poliziotti passano al setaccio le strade della città e della provincia fino a quando Mastini, ormai braccato, è costretto ad arrendersi e a consegnarsi. 

Ma il nome di Johnny lo Zingaro entra anche nel processo sull'omicidio di Pier Paolo Pasolini, che avvenne all'Idroscalo di Ostia tra l'1 e il 2 novembre 1975. Secondo una pista investigativa, che però non ha trovato riscontri, Mastini aveva conosciuto a Casal del Marmo Pino Pelosi, l'unico condannato per la morte del poeta, scrittore e regista, e poteva essere suo un plantare di scarpa numero 41 ritrovato nella vettura di Pasolini. Mastini ha sempre negato ogni accusa: fu invece condannato all'ergastolo nel 1989 per gli altri delitti.

L'EX QUESTORE D'ANGELO: «UN BANDITO VIOLENTO» Niccolò D'Angelo, ex questore ed ex capo della Squadra Mobile di Roma se lo ricorda bene Giuseppe Mastini, detto Johnny lo Zingaro, l'ergastolano che si è dato alla fuga dopo un permesso premio a Sassari. Fu D'Angelo personalmente a mettergli le manette ai polsi: «L'ho arrestato io, me lo ricordo bene quel giorno. Era un criminale serio, apparteneva a una famiglia nomade di giostrai, lo abbiamo arrestato con la mia Sesta Sezione a Fiano Romano, dopo che aveva commesso un omicidio, sequestrato una ragazza (che liberammo), insomma un soggetto decisamente pericoloso anche perché precedentemente aveva ammazzato un nostro agente. Lo prendemmo dopo che lui scappò nelle campagne e ingaggiò un conflitto a fuoco. Lo disarmammo». Per D'Angelo Jhonny lo zingaro «era un criminale serio, fuori dalle righe, abbastanza impulsivo, sapevo che era ancora in carcere...». 
Ultimo aggiornamento: Domenica 6 Settembre 2020, 21:27
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