Catasto di Roma, mezzo milione di mazzette per sanare gli abusi edilizi

Mezzo milione di mazzette per sanare gli abusi edilizi

di Emilio Orlando
Un uomo che mentre si guarda intorno porge una mazzetta di banconote da cinquanta euro dal finestrino della macchina. Una donna che li agguanta e che da sotto il sedile prende un fascio di documenti e, con fare guardingo e sospettoso, glieli consegna. Le immagini delle microtelecamere installate dai carabinieri nella macchina di Daniela Lazzari, l'impiegata trentottenne del catasto del comune di Roma in via di Decima arrestata ieri mattina per corruzione spiegano hanno immortalato per la prima volta una scena di corruzione in tempo reale dentro un'automobile.

Con la dipendente delle Risorse per Roma, gli investigatori del nucleo operativo della compagnia Eur hanno arrestato altre cinque persone tra cui l'ingegnere del comunale Marco Ursini, Ottavio Santilli, Sandro Alia, Marco Martone, tutti colleghi della Lazzari ed il geometra libero professionista Fabrizio Donatiello. Le indagini della procura capitolina coordinate dal sostituto procuratore Nadia Plastina hanno preso il via dopo una denuncia per minacce presentata dal generale dei carabinieri in pensione Cosimo Damiano Apostolo, scelto dalla sindaca Virginia Raggi come responsabile del catasto per sorvegliare tutti gli aspetti di trasparenza e legalità dell'ufficio condoni. Il dirigente, infatti aveva denunciato di aver ricevuto una lettera anonima che lo minacciava di morte insieme alla sua famiglia dopo che aveva scoperto che alcune pratiche per sanare e regolarizzare abusi edilizi importanti erano stare manipolate sempre a firma delle stesse persone.

Un sofisticatissimo sistema di intercettazione video e di conversazioni ambientali, costituito da microcamere invisibili nascoste sull'autovettura della donna che prendeva le mazzette per regolarizzare le pratiche, ha confermato i sospetti del sostituto Nadia Plastina e dei carabinieri dei reati commessi dalle sei mele marce. «La chiudemo qua sta pratica?» chiedeva uno degli geometri alla Lazzari che rispondeva: «Quella dell'idoneità, si, si, si la facciamo scendere e chiudono». Il gip Claudio Carini ha anche disposto il sequestro della somma di 455 mila euro trovati su conti correnti degli indagati.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Giugno 2020, 09:28
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