Rubano case (anche ai nobili) e le rivendono o affittano, scoperta la maxi-truffa: ecco come funziona

Rubano case (anche ai nobili) e le rivendono o affittano, scoperta la maxi-truffa: ecco come funziona

Un cartello per inzio lavori di ristrutturazione all'esterno della propria casa, ma senza che il proprietario ne abbia effettivamente dato mandato. È nata così l'indagine che ha portato all'arresto di tre persone da parte della guardia di finanza di Velletri nell'ambito dell'operazione «casa di carata».  I reati contestati sono associazione per delinquere, sostituzione di persona, falso ideologico, falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla propria identità, possesso e uso di documenti di identificazione falsi in relazione a una serie di truffe commesse nel settore delle compravendite immobiliari.

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L'indagine

 

 

L'indagine nasce dalla denuncia di un proprietario che scorgendo all'esterno della proprietà casa, un cartello per l'inizio dei lavori di ristrutturazione, si è insospettito e attraverso una visura catastale, ha scoperto che l'immobile era stato alienato più volte a terzi acquirenti. Le indagini svolte dai finanzieri hanno svelato il mistero. Si trattava di un'associazione per delinquere, che avvalendosi delle proprie capacità professionali nell'edilizia, individuava e acquisiva la proprietà di diversi appartamenti, terreni e casolari della provincia di Roma, alcuni dei quali di appartenenti a personaggi di spicco della nobiltà romana, attraverso la produzione di finti preliminari di vendita ultraventennali. L'azione del sodalizio non ha risparmiato neppure beni di proprietà dello Stato per assenza di successori legittimi dei defunti proprietari. 

Come funzionava la truffa

 

Gli indagati, in alcuni casi, simulando con false scritture preliminari di vendita retrodatate l'avvenuta usucapione, hanno fatto ricorso all'istituto della mediazione per poter redigere atti che ne attestassero la finta proprietà, successivamente ratificati da un notaio con studio nei Castelli Romani.

In altri, invece, i professionisti della truffa si avvalevano di complici che, con l'utilizzo di documenti d'identità falsi, si sostituivano ai reali proprietari nonchè della collaborazione di prestanomi che effettuavano atti di rogito presso lo studio dello stesso notaio veliterno. I reali proprietari, ignari di tutto, si sono visti espropriati dei propri beni perdendo qualsiasi titolo su di essi e diventando così, di fatto, degli estranei in casa propria. Per gli immobili fraudolentemente acquisiti, che venivano infine venduti o affittati in modo «regolare» a controparti inconsapevoli, il Gip ha disposto il sequestro preventivo. Sottoposti a misura cautelare una collaboratrice dello studio notarile e due professionisti del settore immobiliare che avevano il compito di individuare gli immobili, predisporre gli atti e reperire soggetti per effettuare le operazioni.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Dicembre 2022, 13:50
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