Il mistero di Carmine, morto in carcere a Roma. Un testimone: «Soffocato dal compagno di cella»

Il decesso era stato catalogato come avvenuto per cause naturali, ma alcune testimonianze riaprono completamente il caso

Il mistero di Carmine, morto in carcere a Roma. Un testimone: «Soffocato dal compagno di cella»

di Enrico Chillè

Spunta una testimonianza, con un'accusa abbastanza grave, sulla morte di Carmine Garofalo. Il 49enne, detenuto nel carcere di Regina Coeli a Roma, era stato trovato morto in cella il 16 agosto scorso e il decesso era stato catalogato come legato a cause naturali. Ora, però, la Procura di Roma indaga su un possibile omicidio.

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Carmine, morto in carcere a Roma: le indagini

Carmine Garofalo, detenuto a Regina Coeli per tentato omicidio e tentata rapina, era stato trovato morto, steso a terra nella cella numero 24 del carcere romano. Una segnalazione di Gabriella Stramaccioni, Garante dei detenuti di Roma, ha spinto la Procura ad aprire un'indagine per omicidio. Due detenuti, infatti, hanno raccontato di aver assistito alla scena e che Carmine Garofalo sarebbe stato ucciso. Lo riporta Michela Allegri per Il Messaggero.

La testimonianza

I due detenuti hanno spiegato che, poco prima della morte, a Carmine Garofalo era stato cambiato il compagno di cella. «Una persona pericolosa, con problemi psichiatrici, che aveva già tentato di uccidere il precedente compagno di cella. Lo abbiamo sentito urlare diverse volte e abbiamo visto scontri e liti» - la testimonianza dei due detenuti - «Lui l'ha afferrato da dietro, sorprendendolo alle spalle, stringendogli un braccio intorno al collo fino a farlo soffocare. Poi quando sono arrivati gli agenti, si è infilato a letto, facendo finta di dormire».

Il retroscena

Carmine Garofalo era stato trovato privo di sensi intorno alle 17.30 dello scorso 16 agosto: ogni tentativo di rianimarlo è stato inutile e i medici non hanno potuto fare altro che dichiararne il decesso, inizialmente attribuito a un aneurisma. Dieci giorni dopo, però, la segnalazione dei detenuti al Garante e i primi retroscena: il carcere aveva dichiarato ufficialmente la morte accidentale, con Carmine Garofalo che avrebbe battuto la testa a terra dopo una caduta.

Eppure, secondo quanto accertato finora dalla Procura, nelle settimane precedenti c'erano state diverse segnalazioni su quel compagno di cella problematico, ma anche di atti di protesta e autolesionismo all'interno del carcere. Tanto che il 2 agosto era stato disposto che la cella venisse sorvegliata a vista.

Il sovraffollamento

Proprio la scarsa sorveglianza delle celle è uno degli aspetti su cui si sta indagando. Il carcere di Regina Coeli è alle prese con problemi di sovraffollamento e di carenza di organico per quanto riguarda gli agenti. I posti a disposizione, secondo i dati del Ministero della Giustizia, sarebbero poco più di 600, ma i detenuti nel carcere romano sono circa mille. Un problema comune a tutte le carceri d'Italia, dove la scarsa disponibilità di uomini per la sorveglianza è una delle concause di un dato drammatico: l'alta percentuale di detenuti con malattie psichiatriche e non ancora collocati nelle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, e soprattutto l'alto tasso di suicidi.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Settembre 2022, 15:38
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