Bochicchio, il Dna potrebbe non bastare. Il genetista: «Con ossa o denti percentuale di certezza sarà più bassa»

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di Emilio Orlando

La morte di Massimo Bochicchio, carbonizzato dopo un incidente in moto, è un mistero che avrà bisogno dell'esame del Dna per essere risolto: non è infatti ancora chiaro se il cadavere sia il suo, e anche il processo a suo carico è stato rinviato fino all'arrivo del certificato di morte. C'è però la possibilità che non basti neanche il Dna per avere la certezza assoluta: lo spiega il genetista e tossicologo forense Enrico Maria Pagnotta.

Bochicchio, forse un malore la causa dell'incidente. Disposto esame del Dna

«Stabilire l'identità di un cadavere carbonizzato attraverso l'esame del Dna - spiega Pagnotta - è possibile con estrazione del profilo genetico dalle ossa o dai denti, ma la percentuale di certezza e di massima compatibilità non potrà mai essere la stessa come quando la comparazione viene fatta con il sangue o la saliva».

Il problema dunque in questo caso è che l'esame del Dna, che sarà fatto presumibilmente utillizzando i denti del cadavere carbonizzato, non potrà utilizzare parti 'liquide' come appunto il sangue e la saliva. Secondo l'esperto, in questo modo l'attendibilità del test potrebbe risentirne. Un altro pezzo mancante in un puzzle complicato.

 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Giugno 2022, 18:59
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