Bengalese ucciso a Ostia, la coppia killer diceva in tv: «Spada? Una bravissima persona» Video

Bengalese ucciso a Ostia, la coppia killer diceva in tv: «Spada? Una bravissima persona» Video
Sarebbero stati loro ad aver ucciso Milon Sayal, il giovane di 33 anni bengalese morto ad Ostia lo scorso ottobre dopo un giorno di agonia: una coppia di ventenni, Naomi Caruso e Niko Caldiero, sono stati arrestati dalla Polizia di Ostia per l'omicidio a scopo di rapina. Venerdì sera gli agenti del Commissariato Lido di Roma hanno eseguito il fermo della giovane coppia, entrambi romani già noti alla polizia perché indiziati di rapina e concorso in omicidio.

Adescato sul web, ma era una trappola: arrestata una coppia di ventenni



IN TV DIFENDEVANO GLI SPADA I volti di Noemi e Niko, ironia della sorte, erano apparsi in tv qualche mese fa. Dopo l'aggressione ad Ostia del giornalista Daniele Piervincenzi, preso a testate e sprangate da Roberto Spada - poi arrestato - la trasmissione di Raitre CartaBianca era andata proprio a Ostia Nuova per un reportage, e la giovane coppia aveva difeso proprio Spada. «Conosco benissimo Roberto Spada ed è una bravissima persona - le parole di Naomi - Quando sono andata a chiedergli se poteva far allenare mio fratello nella sua palestra, senza pagare, ha accettato. Se fosse stato un mafioso avrebbe cercato di trarre un guadagno, no?».

IL VIDEO DELLA PUNTATA DI CARTABIANCA (Rai.tv)



«Io non seguo molto la politica, però ho votato Casapound. Voglio dare loro una possibilità», continua la ragazza. «Si vede che vogliono aggiustare, vogliono ripulire - dice invece Niko - qui è tutto abbandonato. Io ho fatto cavolate quando ero minorenne, a 14 anni per una rapina ho preso 4 anni e 10 mesi». «Un ragazzino 14enne non può essere punito per una rapina», lo difende la compagna. «Altro che la fine del mondo, la fine del mondo è questa qui».



COS'È SUCCESSO La vicenda inizia da lontano, dal ritrovamento - in Via Enea Picchio, zona Nuova Ostia - del giovane originario del Bangladesh, lo scorso 8 ottobre: Sayal fu soccorso per strada dai passanti e accompagnato in ambulanza prima all'ospedale Grassi di Ostia, poi al San Camillo di Roma. Lì morì dopo un giorno di agonia per un esteso ematoma cranico: le indagini furono all'inizio estremamente difficili, per l'assenza di testimoni, per la mancanza, sul suo cadavere, di evidenti segni di violenza (tanto che inizialmente si pensava a una morte naturale) e per la sua strana presenza a Ostia, lui che viveva a San Giovanni con un impiego fisso al Tiburtino.



LA TRAPPOLA SEXY L'ipotesi di morte naturale però cozzava con le urla udite dai soccorritori, e col fatto che Sayal non avesse pù con sé il suo iPhone - appena comprato - né la somma di mille euro raccolta tra i suoi coinquilini per pagare l'affitto di casa: gli investigatori pensarono dunque a una rapina finita male. Le testimonianze, la visione delle immagini delle telecamere e i tracciati telefonici sono servite per ricostruire le ultime ore di vita del bengalese, che a Ostia era andato perché "adescato" sul web da una donna, probabilmente conosciuta su internet, e che invece gli aveva teso una trappola mortale. La mattina dell'8 ottobre, infatti, ad aspettarlo ad Ostia Nuova non c'era solo Noemi, contattata telefonicamente, ma anche il marito Niko, che lo aggredì brutalmente a pugni per rapinarlo dei suoi averi. Aggressione che ha poi determinato la morte di Sayal a seguito di un colpo inferto alla testa.

IL BLITZ Venerdì 11 maggio, sono scattate le perquisizioni a carico degli indagati e di tutti coloro, in qualche modo, coinvolti nella vicenda. L'iPhone appartenuto a Sayal è stato trovato in possesso di un giovane della zona che lo aveva ricevuto da una persona a cui la ventenne Noemi lo aveva venduto. Considerati gli elementi emersi nel corso della lunga e complessa indagine, il Pubblico Ministero titolare della stessa, coordinato dal Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Roma, ha ritenuto di sottoporre la citata indagata e il marito, anche lui 20enne, a fermo di persona gravemente indiziata di reato. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Maggio 2018, 18:14
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