Rifiuti abbandonati ed erba alta: sulle banchine del Tevere nessuno pulisce. Scaricabarile tra Regione e Ama

Scorre lì da sempre, il Tevere, e deve averne viste davvero di tutti i colori. Ma non si scompone. I romani invece sì

Rifiuti abbandonati ed erba alta: sulle banchine del Tevere nessuno pulisce. Scaricabarile tra Regione e Ama

di Lorena Loiacono

Scorre lì da sempre, il Tevere, e deve averne viste davvero di tutti i colori. Ma non si scompone. I romani invece sì. Soprattutto davanti al degrado: “Possibile che qui sotto nessuno pulisca?”. E’ questa la domanda più frequente che si pongono tutti coloro che, attratti da una passeggiata lungo gli argini del fiume che attraversa Roma offrendo punti di osservazione incredibili, restano senza parole di fronte a quello che loro malgrado si ritrovano davanti: sporcizia di ogni sorta, abbandonata nascosta tra l’erba alta, e una vegetazione che cresce senza controllo. E la risposta purtroppo è disarmante: no, di fatto nessuno provvede a mantenere il decoro.

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Rifiuti abbandonati e verde incolto

Non si tratta solo di rifiuti abbandonati ma anche di verde incolto. Ci sono tratti in cui, tra i cespugli alti due metri, sembra di essere in una giungla. Eppure si sta a pochi metri sotto il livello della strada. Il mattonato che costeggia il fiume rischia di saltare, per le erbacce che crescono senza nessuno che provveda ad estirparle, e lo stesso accade lungo le pareti delle banchine dove crescono, tra un mattonino e l’altro, cespugli veri e propri: in alcuni punti ci sono proprio piccoli alberelli che puntano verso l’alto. Nascono per caso, tra le scritte lasciate sulle pareti. Il problema è che di quei tratti delle banchine non si prende cura nessuno.

 

L’Ama, infatti, in base al contratto di servizio con il Campidoglio, ha il compito di tenere puliti gli accessi dalla strada, verso le banchine, e la pista ciclabile.

Il resto no. Gli argini del fiume Tevere, in quanto aree golenali, sono di competenza della Regione Lazio ma gli interventi sono soprattutto di misura straordinaria: di fronte a un danno, un’emergenza o un’esondazione si interviene. Ma la pulizia ordinaria, fatta giorno per giorno, non c’è. E così su quelle sponde, soprattutto quelle in cui non c’è la pista ciclabile, ci si può trovare di tutto. A cominciare dalle piante che crescono a dismisura, tra il fango che arriva dall’acqua e il rischio di scivoloni pericolosi.

Accade ad esempio sotto Ponte Duca d’Aosta o in prossimità del Ponte della Musica, punto di ritrovo per giovani e sportivi. C’è lo skate park frequentato da ragazzi che arrivano da tutta Roma e non solo: saltano con i loro trick sfidando anche i cumuli di immondizia, accatastata negli angoli. Ed è davvero un peccato. Altro discorso riguarda quei tratti di banchine affidati ai privati, come circoli sportivi o attività di ristoro o al Comune come la spiaggia Tiberis, che sono di competenza quindi di chi ne ha preso la gestione.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Ottobre 2022, 12:42
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