Roma, la beffa delle bancarelle: piani fermi, niente trasloco per 300 irregolari

La beffa delle bancarelle: piani fermi, niente trasloco per 300 irregolari

di Camilla Mozzetti
Nei quartieri più fortunati, il problema riguarda alcuni marciapiedi di fatto interdetti ai pedoni. Nei casi più gravi, invece, non c'è spazio per far passare ad esempio le autoambulanze o gli incroci sono pericolosi perché resi ciechi dallo svolazzamento di abiti e sciarpe. Non è più soltanto una questione di decoro ma di sicurezza stradale, il Campidoglio ne è a conoscenza da tempo come i Municipi che, però, restano sospesi nel limbo e le delocalizzazioni delle bancarelle, per garantire il rispetto del codice della strada, da zone dove creano problemi ad aree maggiormente idonee, sono praticamente ferme se si contano gli interventi varati e approvati dai mini comuni fino ad oggi. La questione non andrebbe sottovalutata dal momento che la fetta su cui intervenire è molto ampia: si contano all'incirca 690 posteggi sui 2.189 consentiti (il 30,5% del totale) che dovrebbero abbandonare le attuali postazioni e trasferirsi altrove. E questo sarebbe dovuto accadere già un anno fa: entro il 2018 i 15 Municipi di Roma con l'avallo del Campidoglio avrebbero dovuto delocalizzare le bancarelle che ostruiscono il traffico, ingombrano i marciapiedi, limitano lo spazio degli incroci e creano problemi di viabilità rispettando così le regole imposte dal Piano generale del traffico urbano che, approvato dal Campidoglio nel 2015 (epoca Marino), enunciava sinteticamente: «I Municipi, entro tre anni dall'entrata in vigore del Regolamento, provvedono alla predisposizione dei piani per la ricollocazione delle occupazioni di suolo pubblico ubicate sulle sedi stradali della viabilità principale».

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GLI SPOSTAMENTI
I tre anni sono passati e la grande rivoluzione è praticamente ferma al palo. Finora i Municipi che hanno fatto i compiti a casa sono il III, il VII, il X e il XV ma non interamente. Ad essere state delocalizzati appena una sessantina di posteggi. Il IV Municipio ha annunciato soltanto qualche giorno fa che entro aprile libererà via Tiburtina da 12 banchi spostandoli in una traversa parallela, ovvero in via Filippo Meda. E gli altri? Cosa hanno fatto in questi mesi le amministrazioni dei mini comuni? Alcuni devono ancora ultimare i censimenti delle postazioni e le verifiche sulle regolarità dei permessi, altri hanno contato quelle da spostare ma non sanno dove metterle perché le aree alternative scarseggiano e poi ci sono gli operatori che lottano e combattono (e pare che vincano anche) per mantenere lo status quo. Nel XII Municipio l'assessore al commercio, Fabio Filippo Rossi spiega: «Il censimento è in fase di ultimazione e il ritardo deriva dalla verifica sui permessi, dopo si passerà a cercare le aree anche con una consultazione tra gli operatori». Tempo? «È difficile stabilirlo, ci possono volere due mesi come due anni». E pensare che l'ex assessore al Commercio, Adriano Meloni, prima di lasciare il Campidoglio per tornare nella sua Milano diramò a tutti i Municipi una circolare per sollecitare le delocalizzazioni. La missiva è di fatto rimasta lettera morta. Alla Garbatella (VIII Municipio) dove le elezioni dello scorso anno per il rinnovo del mini parlamentino hanno rallentato le procedure, sono state individuate le aree alternative per 56 banchi che lasceranno la circonvallazione Ostiense, via Chiabrera e viale Pico della Mirandola ma manca ancora l'atto del consiglio. IL II Municipio deve liberare la zona del Policlinico ma anche via Pavia e l'area intorno a piazza Bologna, mentre in XV Municipio si sta lavorando per liberare via della villa di Livia dalla 40 di banchi che il martedì e il sabato montano il mercato e il V Municipio ha isolato le 30 bancarelle da delocalizzare senza però decidere ancora dove trasferirle. Nel resto dei territori ovvero nel VI, IX, XI, XIII, XIV Municipio i lavori anche propedeutici sono fermi.
 
 


IL CENTRO
Un caso a sé è quello del Centro storico che per il consigliere grillino e presidente della commissione Commercio, Andrea Coia, non ha fatto ancora nulla. Qui, dove c'è ancora da trovare un'alternativa ai banchi di viale Giulio Cesare e via Ottaviano, l'amministrazione del I Municipio ha isolato e approvato in consiglio lo spostamento di una trentina di bancarelle che dovrebbero lasciare viale Trastevere, i portici di piazza Vittorio, via Cola di Rienzo, via Ferrari alla volta rispettivamente di via Cardinale Marry del Val, via Cesare Balbo, parcheggio fermata metro Cipro e via Tito Speri. L'atto in consiglio è dello scorso anno ma perché nulla si muove? «Il Campidoglio nella figura del Dipartimento Attività produttive deve autorizzare le determine trattandosi di bancarelle in rotazione e gestite centralmente dal Comune», spiega la presidente dem Sabrina Alfonsi. Forse in Campidoglio non tutti l'hanno capito.
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Marzo 2019, 18:05
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