AstraZeneca, lo strappo del Lazio: «Seconda dose con lo stesso vaccino per chi non vuole mix»

AstraZeneca, lo strappo del Lazio: «Seconda dose con lo stesso vaccino per chi non vuole mix»

Vaccino AstraZeneca, sul richiamo 'eterologo' c'è lo strappo del Lazio. La Regione guidata da Nicola Zingaretti ha infatti deciso di concedere agli under 60 che hanno già ricevuto la prima dose del vaccino anti Covid della casa farmaceutica anglo-svedese di completare il ciclo vaccinale sempre con AstraZeneca, qualora lo richiedessero. «Vi sono alcune persone che in maniera consapevole e informata chiedono di completare il percorso vaccinale per l'immunizzazione con il medesimo vaccino, ovvero AstraZeneca», comunica l'Unità di crisi della Regione.

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«Per questa quota di persone abbiamo chiesto al ministero della Salute di dare un parere riguardo a uno specifico consenso informato affinché possa decidere il medico in scienza e coscienza, poiché è importante, per raggiungere l'immunizzazione, che siano completati i percorsi vaccinali», fa sapere la Regione annunciando di aver chiesto il parere del ministero della Salute dopo le nuove indicazioni. «Nessuno deve rimanere indietro con il richiamo, soprattutto di fronte all'insorgenza delle varianti», sottolinea l'Unità di crisi. 

Secondo quanto riporta oggi Repubblica, la comunicazione della Regione alle Asl in cui si parla di ‘consenso informato’ per coloro che dovrebbero ricevere la seconda dose di AZ, non ha convinto i medici degli hub vaccinali: «Ci serve un documento ufficiale per autorizzare la seconda dose a chi, secondo il governo, dovrebbe ricevere il mix», fanno sapere.

E intanto molti non si presentano all’appuntamento per il richiamo e tanti altri rifiutano la seconda dose con vaccino diverso.

D'Amato: nessuna contrapposizione

Ma l'assessore alla Salute Alessio D'Amato, poi puntualizza: sui vaccini «non c'è alcuna contrapposizione, come vogliono fare intendere alcuni organi di stampa, tra la decisione assunta dal ministero della Salute e la Regione. Nel Lazio abbiamo applicato per primi quanto stabilito dal ministero senza alcuna riduzione del numero delle somministrazioni giornaliere che è stabilmente al di sopra del target assegnato, e senza alcun problema all'interno degli hub vaccinali. Il tema è che vi è una quota di cittadini, ad oggi stimata intorno al 10%, nella fascia d'età 50/59 anni che rifiuta il mix eterologo».

«Il punto - spiega D'Amato - è avere indicazioni chiare su come trattare questa quota, che merita la medesima attenzione di tutti gli altri e che non può rimanere nel limbo. Si tratta di decidere cosa fare con questi cittadini che rifiutano il mix eterologo. Lasciarli con un'unica somministrazione di vaccino, senza completare il percorso e senza di conseguenza rilasciare il certificato vaccinale? Oppure rimettere la valutazione al medico in scienza e coscienza? Noi crediamo che la strada sia quest'ultima ed è per questo che abbiamo sottoposto all'attenzione del ministero della Salute un'ipotesi di consenso informato, per permettere il completamento della vaccinazione, soprattutto in un momento in cui circolano varianti che potrebbero inficiare il percorso che ci porterà verso l'immunità».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Giugno 2021, 19:51
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