Archiviare l'impossibile, a Roma la mostra con le opere di Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell e Mark Dion

Archiviare l'impossibile, a Roma la mostra con le opere di Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell e Mark Dion

La galleria Erica Ravenna presenta fino al 12 luglio “Archiviare l’impossibile” una mostra in cui sono esposte una selezione di opere di Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell e per la prima volta a Roma anche le tassonomie fantastiche di Mark Dion.

La mostra, attraverso i lavori di questi tre importanti artisti del ‘900, intende sollevare interrogativi sul caos, sulla storia, sulla memoria e sull’ambiente. Tramite una strategia procedurale che reimpiega criticamente l'archivio e l'archiviazione dei dati, il pensiero rizomatico dei tre artisti si è materializzato in immagini che spingono a riflettere sui limiti delle narrazioni dominanti. Le “enciclopedie” di Baruchello attraversate da minuscole creature che popolano le sue miniature del pensiero, i “reliquiari” mnemonici di Cornell e le tassonomie fantastiche di Dion, tentano di raccogliere il mondo in una narrazione che anticipa e interpreta i nuovi codici della comunicazione del nostro tempo, mettendone in luce le contraddizioni. 

Il progetto espositivo 

Sulla scia della linea di ricerca tematica e transgenerazionale che la galleria ha privilegiato nel corso degli anni, il progetto espositivo “Archiviare l’impossibile” è focalizzato sulla possibilità, da parte dei linguaggi dell’arte, di sintetizzare attraverso le immagini i dati della conoscenza, della storia e della memoria. In questo senso, esemplare è il lavoro degli artisti selezionati: Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell, Mark Dion, tra coloro che più efficacemente hanno tentato di contenere il “caos” del mondo e l’accumulo d’informazioni e oggetti in una narrazione visuale.

Joseph Cornell, nato nel 1908 a Nyack, fu un assiduo frequentatore dei mercatini dell’usato e lavorò durante la sua prima gioventù come venditore porta a porta. A poco a poco iniziò a coltivare un interesse per il collezionismo di oggetti vari che influì sulla sua produzione artistica. L’incontro con Julian Levy, proprietario di una galleria d'arte, fu cruciale per l’inizio della sua carriera artistica. Infatti, il gallerista gli permise di esporre nel 1932 a New York a quella che fu la prima mostra surrealista. 

Cornell partecipò ad alcune tra le mostre più rappresentative del panorama avanguardistico della prima metà del Novecento e le sue opere sono oggi presenti nelle collezioni di alcuni tra i più̀ importanti musei del mondo, come il MoMA, il Guggenheim e il Metropolitan Museum di New York, la Tate Modern di Londra e il Museo Reina Sofia di Madrid. Per le sue opere in cui erano presenti quelli che Andrè Breton definì objet trouvé, Cornell fu accostato al Surrealismo, sebbene egli non abbia mai abbracciato ufficialmente il movimento. Infatti, quegli oggetti disposti delicatamente all’interno delle sue scatole, più che avere un funzionamento simbolico, sono residui della memoria dell’artista che si addensano in piccoli reliquiari animati da una tensione poetica. Cornell era un assiduo lettore di Keplero ed era affascinato dal movimento dei pianeti che dal suo personale punto di vista i pianetti sembravano mossi da forze sovrannaturali a metà tra scienza e sentimento.

Anche nelle opere di Mark Dion, artista nato nel 1961 a New Bedford, nel Massachusetts, il pensiero scientifico viene messo in dubbio e aperto a nuove sperimentazioni narrative sospese tra il reale e il fantastico. Il lavoro dell’artista esamina i modi in cui le ideologie dominanti e le istituzioni pubbliche hanno influito in maniera decisiva sulla nostra comprensione della storia, della conoscenza e del mondo naturale. Attraverso l’appropriazione di metodologie scientifiche di raccolta dei dati, proprie di mondi quali quelli dell’archeologia, della zoologia e dell’ecologia, l’artista mette in discussione il ruolo della scienza quale voce autorevole e obiettiva nella società contemporanea.

Proprio perseguendo queste finalità collabora con musei di storia naturale, acquari e zoo o realizza spesso spettacolari gabinetti delle curiosità, modellati sulle tipologie delle Wunderkammern.

In mostra su questo tema è possibile ammirare l’opera in mostra Between Voltaire and Poe, un’installazione del 2016 realizzata a partire da un mobile in legno, di quelli usati per esporre le collezioni di oggetti dei musei di storia naturale, riempito però con oggetti che rievocano i viaggi nomadici di ricerca con team di esperti archeologi o studiosi di biodiversità. Vi sono piccole e grandi scatole che contengono oggetti come fossili, giocattoli o monete, uova di animali estinti o immaginari e surreali microrganismi immersi in grandi provette. Quella che a un primo sguardo sembrerebbe una rigida configurazione museale viene in tal modo destrutturata e ripensata. La scienza si fonde con la fantasia con un tocco ironico dell’artista.

Dion crea così delle tassonomie surreali, come quella che vediamo ad esempio in Les Oiseaux, un inchiostro e acquerello su carta che oltre che a mostrare l’abilità tecnica dell’artista nel disegno naturalistico, immagina una nuova ornitologia in cui agli uccelli sono accostate delle mani che mimano gli animali tramite la loro gestualità. Se in Dion i dati della conoscenza vengono però disposti ordinatamente secondo andamenti orizzontali e verticali, come vediamo ad esempio anche in Field Station Honda - A Project for FLORA 3, nelle tele e nelle scatole di Baruchello sono invece atomizzati ed espansi, disposti senza un preciso criterio come fossero una porzione di cervello che contiene contemporaneamente svariati dati, memorie e suggestioni. 

Tra i maggiori esponenti dell'arte concettuale italiana, la ricerca artistica di Baruchello non è mai stata influenzata dalle tendenze dominanti negli anni in cui ha operato. Nato a Livorno nel 1924, studia legge all'Università La Sapienza di Roma, lavorando per dieci anni nell'azienda biomedica di famiglia. Tuttavia, fortemente attratto dal mondo della cultura, inizia a delineare la sua personalità artistica, decidendo di abbandonare la precedente carriera e dedicarsi all’arte. La conoscenza enciclopedica è il valore intorno al quale si muove la sua ricerca che esamina il quotidiano, il comune, l'anti-monumentale: una dimensione umana dell'esistenza. Nel corso degli anni l’artista ha infatti ha creato una enorme libreria con testi di ogni tipo che vanno dall’arte alla filosofia, alla scienza, la zootecnica, l’etologia e l’antropologia. Nella mostra, diversi smalti su alluminio, come Sweet Geology, mostrano dunque le minuscole creature che popolano le miniature enciclopediche di Baruchello. L’artista infatti riflette spesso su temi che riguardano il mondo naturale, ma a differenza di Dion, come si evince nel confronto con l’opera Field Station Honda - A Project for FLORA 2, i dati del sapere viaggiano in un campo espanso e imprevedibile. Nelle scatole invece, come in L’Altra casa, si dispiega una narrazione che riguarda i temi dell’abitare e dell’addensarsi delle memorie nello spazio privato. Seppure dunque in epoche e contesti diversi, i tre artisti hanno tentato di raccogliere il mondo in una narrazione che anticipa e interpreta i nuovi codici della comunicazione del nostro tempo, mettendone in luce le specificità e le contraddizioni.


Archiviare l’Impossibile – Dal 12 marzo al 12 luglio
Via di Sant’Ambrogio 26 - Via della Reginella 3
00186 – Rome artecontemporanea@ericafiorentini.it - Tel. (+39) 06 3219968 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Aprile 2022, 17:29
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