Luca Sacchi, un testimone: «Anastasiya gli disse: 'Tutto a posto'. Quella sera cose poco lecite»

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Omicidio Luca Sacchi, il giallo è ancora lontano da una soluzione: i pm stanno continuando a indagare sulla vicenda, e quest'oggi il tribunale del Risame di Roma si è riservato di decidere in merito alle istanze presentate dalle difese di alcuni indagati, tra cui la fidanzata di Luca Anastasiya, nei guai per il tentato acquisto di droga e sottoposta a obbligo di firma. Secondo l'avvocato Giuseppe Cincioni, difensore della ragazza, «c'è una parte della ricostruzione che è erronea. Mi riferisco alla dinamica dei fatti. Aspettiamo con fiducia la decisione del tribunale della Libertà».

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Anche la difesa Giovanni Princi, amico di Luca, accusato di aver fatto da mediatore con i pusher di San Basilio e attualmente in carcere, ha chiesto l'attenuazione delle misure cautelari ai suoi danni. «Gli indizi sono chiari, precisi e concordanti. La misura non è adeguata alla situazione. Il mio assistito è incensurato e non ha precedenti. Questo processo è ancora tutto da fare, non c'è ancora nulla di consolidato sotto l'aspetto probatorio», le parole di Massimo Pineschi, difensore di Princi.

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«È provato, è un ragazzo giovane che si trova in carcere. Non sta bene ed è molto dispiaciuto per la morte di un amico. Questa è una vicenda che lo ha fortemente segnato sotto il profilo umano» ha aggiunto l'avvocato del giovane Luca, ucciso con un colpo di pistola alla testa fuori da un pub di Roma lo scorso 23 ottobre. Ha invece rinunciato all'udienza davanti al tribunale della libertà Valerio Del Grosso, in carcere per l'omicidio con Paolo Pirino. 



TESTIMONE: QUELLA SERA COSE POCO LECITE «La sera dell'aggressione ho percepito che Luca, Anastasia, Giovanni Princi e le persone notate in via Latina stavano facendo qualcosa di poco lecito e, come da mia abitudine, ho preferito farmi i fatti miei», ha raccontato Domenico Costanzo Marino Munoz, amico di Luca Sacchi, sentito come persona informata sui fatti il 6 dicembre scorso. Il verbale dell'audizione è stato depositato dalla Procura di Roma nell'ambito dell'udienza davanti al tribunale del Riesame. 

«Da quello che ho appreso durante questo periodo dai giornali ritengo molto verosimile che la sera dell'aggressione Luca, Anastasia, Princi, i due soggetti conosciuti da quest'ultimo e probabilmente i due aggressori, avessero concordato una cessione o l'acquisto di sostanze stupefacenti. Non penso proprio che nella nostra passione della moto qualcuno abbia fatto traffico di moto o parti di esse, rubati. Anzi lo escludo».



"ANASTASIA DISSE A LUCA: TUTTO A POSTO" «Anastasia ha detto a Luca: 'tutto a posto'. Luca non ha detto nulla ma ha annuito con la testa. Io non ho chiesto nulla», ha aggiunto il testimone. Munoz ha raccontato quanto avvenuto prima e dopo lo sparo con cui il 23 ottobre scorso Valerio Del Grosso ha ucciso Sacchi. «Giovanni Princi (amico di Luca e arrestato per il tentativo di acquisto di drog,a ndr) ci ha salutato sul marciapiede di via Bartoloni mentre eravamo presenti io, Luca ed Anastasia».

Munoz racconta, quindi, che Anastasia «si è allontanata.
Non ho visto cosa facesse perché si trovava alle nostre spalle e avrà detto qualcosa a Luca che io non ho percepito. Anastasia aveva lo zaino in spalla e credo che sia tornata indietro verso via Latina, ma non l'ho vista perché io e Luca avevamo già svoltato l'angolo su via Mommsen. La fidanzata di Luca dopo circa due minuti ci ha raggiunti e ha detto a lui: 'tutto a posto!».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Dicembre 2019, 20:12
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