Un “Americano a Roma”: le location e le curiosità del sogno a stelle e strisce di Alberto Sordi

Un “Americano a Roma”: le location e le curiosità del sogno a stelle e strisce di Alberto Sordi

di Michela Poi
Roma, 1954. La guerra è finita da nove anni e ha lasciato dietro di sè macerie e lacrime. L'immagine dei carri armati statunitensi che entrano in città è ancora vivida nella mente di molti italiani: sono loro i salvatori, loro i custodi della libertà. Il film diretto da Stefano Vanzina racconta la storia di Ferdinando Mericoni (detto Nando, interpretato da un magistrale Alberto Sordi), un ragazzotto romano irrequieto e logorroico totalmente infatuato dell'America e degli americani. È lì che vorrebbe trasferirsi. In attesa di poterlo fare, si circonda di oggetti, vestiti, immagini a stelle e strisce. Parla un americano maccheronico (indimenticabili gli intercalari auanagana e orrait orrait per dire all right), si autosoprannomina Santi Bailor, non perde una partita di baseball o il nuovo western targato Usa al cinema. Una fissazione che esaspera chi gli sta accanto, soprattutto il padre (il caratterista Giulio Calì), che non sa più che pesci pigliare. Un giorno, suggestionato ancora una volta da un film americano (14ª ora di Henry Hathaway, 1951), Nando sale in cima al Colosseo e minaccia di lanciarsi nel vuoto se non otterrà il visto americano. Da lì, partono una serie di flashback esilaranti. Il film in realtà prende in giro la generazione di giovani che negli anni successivi alla guerra ha idealizzato l'America avendone un'idea stereotipata trasmessa da film e fumetti. Per raccontare questa storia non è un caso che il regista abbia scelto il più romano dei romani, Alberto Sordi.
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1 Ghetto 
«Gatto mammone, me ne so’ accorto sa? Tu sei ‘na spia. Te devo sopprime!»
Siamo all’inizio del film: Nando è appena uscito dal cinema Eden, dove ha visto un film western che lo ha esaltato non poco. Mentre torna a casa finge di essere uno sceriffo. Tra uno “auanagai” e l’altro, incontra “gatto mammone” che diventa la sua preda. Siamo a via Portico D’Ottavia, nel Ghetto

2 COLOSSEO
«È una cosa complicata, vero? Joe Di Maggio è un giovane italiano, mami, che da bimbo fu trasferito nel Kansas City»
Nando si sente americano a tutti gli effetti e vuole ottenere il visto per trasferirsi negli Usa. Così un bel giorno sale in cima al Colosseo e minaccia di gettarsi nel vuoto..

3 VIA MARGUTTA
«Operatore escludi l’uomo nudo!!» «Je se vede er sederino...»
Esilarante la scena di Sordi in desabille che scappa lungo i tetti di via Margutta. Per girare questa sequenza l’attore è realmente salito in cima al palazzi senza vestiti. Siamo in via Margutta, nel rione Campo Marzio. 

4 OSTIA
«You take la tua street e segui sempre la tua main e nun te poi sbaglié! All right!»
Nando salta in sella alla sua Harley Davidson «comprata a Kansas City» insieme alla fidanzata Elvira. Sulla via per Ostia incrocia due americani che hanno bisogno di informazioni. Finirà male, molto male. In questa scena c’è un esplicito riferimento al film L’asso nella manica di Billy Wilder

5 CAMPO DE FIORI
«Macaroni... m’hai provocato e io te distruggo, macaroni! I me te magno!»
Nando, a cavalcioni di una sedia di paglia, mangia con foga un piatto italianissimo di maccheroni. La scena cult di Un americano a Roma è stata girata in un solo ciak. Buona la prima, insomma, grazie alla maestria di Sordi, che improvvisò anche qualche battuta. La sequenza si rivede in diversi film, tra cui Borotalco, in casa dei futuri suoceri del protagonista Carlo Verdone.



 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Gennaio 2020, 10:10
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