Un dolore insopportabile. C'è questo alla base della rabbia della sorella di Alessia Sbal, la donna travolta e uccisa sul Grande raccordo anulare di Roma qualche giorno fa, e per la cui morte un camionista sta scontando gli arresti domiciliari, nell'attesa di comprendere bene la dinamica e chiarire i presunti misteri dell'incidente. Ilaria Sbal, la sorella di Alessia giovedì sera ha preso la sua auto, ha guidato fino al comune nel reatino in cui vive l'autista del tir, e ha suonato al suo campanello.
Alessia Sbal, la mamma: «Mia figlia travolta e uccisa, chi ha visto parli». Il giallo della lite
La sorella al camionista: «Sei un assassino»
«Sei un assassino, chiedi scusa ad Alessia per averla uccisa. Assassino, vieni fuori a parlarmi», ha urlato, racconta Flaminia Savelli sul quotidiano Il Messaggero, dopo aver visto che l'uomo non rispondeva al citofono, trincerandosi dietro il silenzio. La sua famiglia ha chiamato i carabinieri, che sono arrivati e hanno cercato di calmare Ilaria, che non riesce a darsi pace per quanto avvenuto lo scorso 4 dicembre: secondo le indagini, tra il camionista e Alessia ci sarebbe stata una lite, con il camionista che sarebbe risalito sul tir, per poi investirla trascinandola per alcuni metri. Per lei non c'è stato scampo.
«Non è rabbia la mia - spiega Ilaria - è solo dolore.
«Quando sono arrivata davanti casa sua, l’ho visto dalla finestra mentre cenava con la figlia e la moglie. Allora sono esplosa perchè se Alessia non c’è più, la colpa è solo sua. Nessuno può ridarmi mia sorella però ci deve essere una giustizia». «Con tutto quello che sta succedendo - dice ancora Ilaria al Messaggero - io e mia mamma non siamo ancora riuscite a realizzare quello che è accaduto. Non siamo riuscite a elaborare tutte le informazioni che ci sono finite addosso. Ora però è importante che Alessia abbia giustizia e che ci sia un momento da dedicarle».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Dicembre 2022, 08:11
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