Prendeva il reddito di cittadinanza senza averne diritto, poiché da anni risulta titolare di un’attività di commercio di autovetture usate a Saonara (Padova). Ma il controllo della guardia di finanza che ha fatto scattare una denuncia nei confronti della nomade quarantenne V.T. ha anche portato a sospettare un giro sporco legato proprio al mondo delle automobili, tanto che il sostituto procuratore Sergio Dini ha aperto un’indagine per frode assicurativa e intestazione fittizia nei confronti della donna. Pur senza aver mai conseguito la patente di guida, negli ultimi tre anni si è infatti intestata 74 veicoli, 58 dei quali sono risultati coinvolti in incidenti, sollevando l’ipotesi che la donna possa fungere da prestanome per altre persone che hanno interesse a utilizzare quei veicoli, anche per scopi illeciti.
LE CONTESTAZIONI
Tutto è cominciato alcune settimane fa con un controllo delle Fiamme gialle del comando di Padova sulle liste dei beneficiari del reddito di cittadinanza residenti in provincia. Esaminata la posizione di V.T., quarantenne italiana che risiede nel campo nomadi di Vigonza, è emerso che da diversi anni la donna è titolare di un’attività che commercia auto usate, con sede legale in un’abitazione a Saonara. A quella scoperta è seguita una denuncia formalizzata dai finanzieri per aver mentito sulla propria condizione economica e percepito indebitamente il sussidio statale. A cascata però, a fronte degli accertamenti sulla situazione economica e patrimoniale dell’odierna indagata, sono anche emersi molti altri dubbi.
In soli tre anni infatti la donna è diventata intestataria di 74 automobili, da utilitarie e modelli vetusti ad alcuni mezzi di alta gamma e lusso come Maserati, Audi e Mercedes. Quando la relazione della Finanza è approdata in Procura, a destare sospetto non è stata solo l’ingente quantità di vetture riconducibili a V.T., ma anche il fatto che la donna non abbia mai ottenuto la patente.
Non solo: parte di quelle automobili è nel frattempo stata radiata dal Pubblico registro automobilistico e soprattutto 58 di quei mezzi sarebbero – secondo la documentazione presentata dalla donna alle compagnie assicurative – rimasti coinvolti in incidenti.
GLI ACCERTAMENTI
Il pubblico ministero ha quindi aperto un fascicolo d’indagine ipotizzando molteplici tentativi di truffare le assicurazioni e l’intestazione fittizia dei veicoli.
L’altro fronte è quello legato agli incidenti stradali. Sono in corso verifiche per appurare quando siano avvenuti, chi materialmente fosse al volante e chi fossero i conducenti di eventuali altri mezzi coinvolti. Già altre analoghe inchieste nella provincia euganea portarono infatti a scoprire sinistri finti o montati ad arte con il solo scopo di truffare le compagnie assicurative.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Settembre 2022, 19:32
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