Passaporti nel caos, mesi di attesa in tutta Italia (anche per un appuntamento): 80mila viaggi saltati. Cosa sta succedendo

Lunghe code a Torino. A Napoli anche sei mesi di attesa per un appuntamento. Piantedosi: "Puntiamo su aperture straordinarie"

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di Marta Giusti

Mesi per ottenere il passaporto in Italia. In molte province e città (da Milano a Torino, da Parma a Varese a Roma) è diventato  impossibile anche solo riuscire a fissare un appuntamento con gli uffici preposti. Le cause sembrano essere diverse e forse nessuna è quella principale: si va dalle pratiche accumulate durante il Covid alla Brexit, fino ai problemi nel rilascio delle carte d’identità, indispensabili per il rilascio del passaporto (generando così un effetto a cascata). Fatto sta che nel 2022 sono stati rilasciati 1.816.00 mila passaporti con una media di oltre 151 mila al mese, con un trend che non accenna a diminuire anche nel 2023. E le criticità sono tantissime. 

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Le cause

Rispondendo al question time alla Camera, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha citato le pratiche accumulate durante il Covid, ma anche la necessità di avere un passaporto per recarsi in Regno Unito in seguito alla Brexit. Poi ci sarebbero problemi nel rilascio delle carte d’identità, cosa che a sua volta ritarda il rilascio dei passaporti. «Quasi tutte le questure - ha assicurato il titolare del Viminale - una volta acquisita l'istanza, rispettano i tempi previsti per la conclusione del procedimento di rilascio (15 giorni più altri 15 in caso di ulteriori accertamenti). Nella maggior parte dei casi, le criticità segnalate riguardano non tanto l'emissione del passaporto, quanto la possibilità di ottenere in tempi brevi un appuntamento tramite il sistema Agenda online. Sul problema del rilascio di passaporti a rilento stiamo lavorando. Puntiamo su aperture straordinarie, intensificazione degli appuntamenti e postazioni più performanti. Confido che già dalle prossime settimane avremo un alleggerimento del carico». 

 

I viaggi saltati

Ma il rilascio dei passaporti a rilento non da disagio per la cittadinanza sta diventando anche un danno per le imprese del turismo. L’ingorgo passaporti ha fatto saltare fino ad oggi circa 80mila viaggi organizzati, con circa 150 milioni di euro di mancate vendite per il sistema italiano delle agenzie di viaggio. È quanto emerge da un sondaggio condotto sulle agenzie di viaggio da Assoviaggi, l’associazione del turismo organizzato Confesercenti.

Quasi nessuna delle agenzie si è salvata: il 96,5% segnala problemi, e ha visto lievitare da poco più di due settimane a oltre cinque il tempo necessario per riuscire a fissare un appuntamento al fine del rilascio del passaporto nella propria provincia.

A Napoli 6 mesi per un appuntamento

Una situazione registrata in diverse città italiane, come Roma, Milano, Firenze, Torino e anche Napoli. Nel capoluogo campano le file all'esterno dell'ufficio passaporti sono chilometriche: cinquemila le pratiche pendenti, sei i mesi di attesa previsti per chi cerca di prendere un appuntamento sull'apposito sito. Un caos, quello che si anima agli sportelli di via Maurizio Capuano, giustificato dalla Questura da un lato con la mancanza di personale e dall'altro con il rinnovato desiderio di viaggiare nato nei cittadini dopo le chiusure dovute alla pandemia. E all'assalto dei richiedenti si cerca di far fronte con orari prolungati, ma la situazione resta critica.

Un caos che ha portato a disdette e mancate prenotazioni o rinvii a data da destinarsi da parte dei viaggiatori: il 39,7% delle imprese riporta di aver visto sfumare fino a 10 viaggi individuali o di gruppo, il 46,1% tra 10 e 30; ma c’è anche un 10,6%, che segnala di averne persi oltre 30. Complessivamente, ne sono saltati in media 7 per agenzia, per circa 13mila euro di vendite non effettuate. «Si tratta, in primo luogo, di un disservizio per la cittadinanza: il passaporto non serve solo per andare in vacanza, ma anche per ricongiungimenti familiari, lavoro, per i figli che non lo possiedono. Insomma, non è solo una questione di business, ma anche di diritto alla libertà di movimento fuori dai confini europei. È però innegabile che il problema abbia un grave riflesso anche sul mondo del turismo organizzato, proprio nell’anno della ripartenza dopo il lungo stop imposto dalla pandemia dove l’Italia è stato l’ultimo paese d’Europa ad eliminare le restrizioni ai viaggi», commenta il Presidente Nazionale di Assoviaggi Gianni Rebecchi. «Le ragioni del caos attuale sono la somma di nuove richieste e di quelle ‘arretrate’ a causa del Covid. Adesso però occorre trovare una soluzione che non può essere quella degli Open Day, che inevitabilmente si trasformano in nuovi ingorghi. Occorre accelerare sugli investimenti tecnologici della P.A.: serve maggiore efficienza informatica che nel caso di documenti personali deve seguire l’esempio dell’anagrafe nazionale digitale, via maestra del miglioramento dei servizi ai cittadini in un Paese europeo».


Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Gennaio 2023, 10:58
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