Palestre, resta il nodo delle docce: i gestori possono vietarle. Meglio cambiarsi a casa

Palestre, resta il nodo delle docce: possono vietarle

di Francesco Malfetano

Sono serviti mesi di tira e molla tra gli operatori del fitness e l'esecutivo, ma alla fine è arrivata anche l'ora - o meglio il giorno - per la riapertura delle palestre anche al chiuso. Con una settimana di anticipo rispetto alla tabella di marcia definita con lo scorso decreto, a partire dal 24 maggio sarà consentito tornare ad allenarsi all'interno. Le regole per la riapertura delle palestre indoor però sono molto rigide, e rispondono ad un protocollo già validato dal Comitato tecnico scientifico nelle scorse settimane. Così ad esempio, come già accade per altre attività, gli operatori dovranno prediligere le prenotazioni, misurare la temperatura corporea di tutti gli utenti, conservare i dati sugli accessi almeno per due settimane, predisporre percorsi differenziati di entrata e uscita e spazi adeguati per le attività, sanificare e aerare il locale (evitando il ricircolo interno), non consentire l'accesso a più di un accompagnatore per i minori e, appunto, vigilare sui comportamenti delle persone che frequentano i locali.

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Gli spogliatoi - Dal canto loro gli utenti dovranno mantenere la distanza interpersonale di almeno 2 metri, indossare sempre la mascherina (lo stesso vale per il personale) eccetto che quando si eseguono gli esercizi, e anche evitare di condividere bicchieri, borracce o asciugamani. Per quanto riguarda gli attrezzi invece, ove possibile, gli utenti dovranno utilizzare tappetini propri. In caso contrario questi dovranno essere igienizzati dopo ogni utilizzo, proprio come tutte le attrezzature messe a disposizione dalla palestra. Qualora qualche macchina non possa essere inclusa in questa routine, è da considerarsi inutilizzabile.
Stringenti sono anche le norme sugli spogliatoi.

I clienti dovranno arrivare già vestiti per le attività o comunque in modo tale da potersi cambiare rapidamente. In altre parole gli spogliatoi saranno accessibili solo per un cambio al volo e per lasciare il non necessario, avendo cura di riporre «il tutto in appositi contenitori sigillati» come si legge nel protocollo. Inoltre il gestore della struttura, sempre stando al documento, «potrà disporre il divieto di accesso alle docce, invitando utenti e atleti a cambiare l'abbigliamento per l'allenamento, ad asciugare velocemente i capelli e a completare la vestizione nel più breve tempo possibile».


Le polemiche - Misure che, in realtà, nella proposta degli operatori avrebbero dovuto consentire la riapertura anche delle piscine al chiuso. Questa però è slittata al 1 luglio, scatenando nuove polemiche. «Lo sport ha subito l'ennesima presa in giro - ha attaccato Claudio Barbaro, senatore di Fdi e presidente di Asi (Associazioni Sportive e Sociali Italiane) - cosi come era successo nei precedenti provvedimenti, con ripartenze a singhiozzo. E con ulteriori criticità, basti pensare alla piscine al chiuso, la cui riapertura è stata posticipata al primo luglio e che segna un ulteriore ed inequivocabile passo indietro».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Maggio 2021, 11:16
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