Gianluigi De Palo su Leggo: «Vestirsi è comuicare»

Gianluigi De Palo su Leggo: «Vestirsi è comuicare»

Non volevo intervenire su questo tema, ma a casa nostra se ne sta parlando in questi giorni: in una scuola di Roma, una ragazza sarebbe stata richiamata da una insegnante perché trovata con la pancia scoperta in un momento di pausa tra le lezioni. E allora diciamolo subito: quel “ma che stai sulla Salaria?” non può essere giustificato in alcun modo. Senza se e senza ma.

Tuttavia la frequentazione dei centri di riabilitazione per bambini disabili e il confronto con tanti genitori nelle sale di aspetto, ci hanno offerto una chiave di lettura nuova. Spostando il tema dalla libertà di espressione di chi si veste, alla capacità di decifrare alcuni outifit da parte di chi convive con noi soprattutto in ambito scolastico. Vestirsi è comunicare e, proprio per questo, non è mai neutro. Al di là della libertà, ci siamo mai domandati cosa possa percepire l'altro davanti ad un ombelico scoperto? Non si tratta di censurare, ci mancherebbe, ma di immedesimarsi in chi ci vive accanto. E la cosa migliore, quasi sempre, è immedesimarsi nei più fragili.
occhidipadre@leggo.it


Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Febbraio 2022, 13:02
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