Gianluigi De Palo scrive su Leggo: «Il senso di colpa di sentirsi felici mentre c'è la guerra»

Gianluigi De Palo scrive su Leggo: «Il senso di colpa di sentirsi felici mentre c'è la guerra»

di Gianluigi De Palo

Ieri sera rientravo a casa con il motorino. Il sole che tramontava, il cielo azzurro primavera. Nell'aria un accenno di estate. Sensazioni adolescenziali di libertà, quando la scuola sta per finire e le giornate si allungano di bellezza. E mentre canticchiavo La vita è adesso di Claudio Baglioni al semaforo, ripetendo ad alta voce in una gioia che fa male di più della malinconia è stato un attimo. Un secondo e mi è entrato nella testa un pensiero. Un'immagine. Una sensazione. Ho pensato alla guerra. Alla sofferenza di chi ha perso un padre, una madre, un fratello. Alla disperazione di chi, in pochi minuti, ha perso la sua vita di sempre. A chi non può rallegrarsi per la primavera. E allora mi sono detto che non si può essere felici da soli. Non si può essere felici se qualcuno, anche se lontano, sta male. Io lo so che capita anche a voi in questo periodo di vivere normalmente e di rattristarvi di così, di botto, ricordandovi che c'è una guerra. Non solo, ma anche per questo è necessario lavorare per la pace. Perché è sano sentirsi in colpa perché si è felici, ma non dovrebbe accadere mai. 


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Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Maggio 2022, 12:53
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