No pass nelle piazze G20: scatta l'allarme per Roma (il 30 e 31 ottobre)

La protesta contro il certificato verde potrebbe saldarsi con quella No global

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di Giuseppe Scarpa

Lo scenario tracciato dalle forze dell'ordine per il G20 di Roma è chiaro. Il pericolo è eterogeneo. Composito. Non un unico gruppo politico, non un'unica formazione, non un'unica voce critica. La violenza può arrivare da entrambi gli schieramenti. Neri e rossi, con facinorosi in partenza da mezza Europa. In più c'è l'incognita No Green pass, che alza notevolmente il tasso di imprevedibilità. «Estremisti di destra o di sinistra vengono tradizionalmente fronteggiati in un modo da parte di polizia, carabinieri e finanza durante le manifestazioni che prendono una brutta piega.

No pass, allarme per il G20 di Roma

 

Diverso il caso - ammette un investigatore al Messaggero - di una pensionata 70enne o di una famiglia No Green pass che tentasse di scavalcare un cordone di sicurezza in assetto antisommossa perché ritiene che i propri diritti siano stati violati».


LO SCENARIO
Sono diverse le sigle degli estremisti neri o rossi che desiderano imprimere il loro marchio sul summit dei grandi della terra. E se nei giorni scorsi la maggior parte delle proteste che si sono tenute in Italia hanno visto i neofascisti come i veri padroni della piazza, adesso la vetrina offerta dal G20 rappresenta il miglior palcoscenico possibile per poter riconquistare i chilometri persi, da parte di antagonisti e anarchici, rispetto ai neri.

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In generale la galassia dell'estrema sinistra vede nella due giorni di Roma, 30-31 ottobre, quella vetrina che permetterebbe loro di riprender quota. Dalle forze dell'ordine si monitorano i gruppi e si osserva una certa competizione tra i poli opposti. Non convince l'ipotesi (che pure non è stata scartata) di una saldatura tra i due blocchi. Ma sono troppe le differenze storiche, politiche e di sangue che è stato versato nell'ultimo secolo, per poter permettere, almeno fino ad oggi, un fronte unitario. Il termine più usato è perciò una competizione per cercare di diventare il punto di riferimento di un malcontento e di un malessere che attraversa il Paese. «Oggi il mondo Green Pass è apolitico, ed è allo stesso tempo politicamente permeabile», spiega un investigatore. D'altro canto i segnali di una comune presenza nelle stesse piazze, pur senza parlarsi, di neofascisti e comunisti si sono avute già nelle scorse settimane. Episodi singolari che comunque potrebbero tracciare un nuovo orizzonte.

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Sabato a Milano neonazisti e un ex Br hanno sfilato in una stessa manifestazione contro la tessera verde.

Protesta che poi è degenerata, tant'è che la polizia ha arrestato un uomo per resistenza a pubblico ufficiale e ha denunciato 83 persone per apologia del fascismo, manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico ufficio e violenza privata. Anche a Roma, nell'ormai famosa protesa del 9 ottobre, sfociata nell'assalto alla Cgil da parte dei militanti di Forza Nuova si è registrata la presenza dei rossi. Nessuno di loro ha partecipato alla devastazione delle sede del sindacato, tuttavia alcuni esponenti erano presenti in piazza del Popolo. La Digos aveva individuato molte facce note di anarco insurrezionalisti ed estremisti di sinistra.

 


Insomma una condivisione degli spazi tra rossi e neri che non sfocerebbe in una comunione di intenti, ma più a divenire il punto di riferimento di un nuovo malcontento che oggi sta sotto la sigla No Green Pass.
Ad ogni modo il ministero degli Interni studia il piano di sicurezza in vista del G20 cercando di non sottovalutare nessun pericolo. Per ora sono previste due manifestazioni autorizzate per sabato. La prima è statica, una a piazza San Giovanni la cui cabina di regia è in mano al partito comunista di Marco Rizzo. L'altro è un corteo a guida Cobas, non distante dai palazzi dove, i grandi della terra, si riuniranno il 30 ottobre. Inoltre, ogni sabato, in varie piazze d'Italia, da alcuni mesi a questa parte, vengono organizzati sit-in da parte di chi è contrario alla tessera verde. La maggior parte delle volte le manifestazioni vengono organizzate senza comunicare niente alle rispettive questure.
IL DISPOSITIVO DI SICUREZZA
In campo scenderanno migliaia di uomini e donne dei carabinieri, polizia e guardia di finanza. A loro si affiancheranno 500 soldati. La maggior parte delle forze verrà concentrata all'Eur, intorno alla Nuvola di Fuksas. La location scelta per i più importanti incontri tra i capi di stato. L'intera zona sarà perimetrata. Diventerà l'area di massima sicurezza. I varchi di accesso saranno presidiati, divieto tassativo d'ingresso, tiratori scelti sui tetti, il cielo, invece, sarà controllato dagli elicotteri e dai droni che offriranno uno scudo aereo. Due, tre giorni prima dell'evento, squadre di artificieri e cinofile bonificheranno l'intera zona. Inoltre tutti i servizi di scorta del Paese convergeranno su Roma per proteggere i grandi della terra che si ritroveranno nella stessa città, la Capitale.


Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Febbraio 2023, 00:42
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