Milano, agguato e spari in strada: ucciso Paolo Salvaggio, broker della droga

L'uomo ferito alla testa e al volto: è in ospedale a Rozzano

Milano, agguato e spari in strada: ucciso Paolo Salvaggio, broker della droga

Un omicidio plateale, per strada, un agguato in piena regola e in stile mafioso, una esecuzione che ha fatto ripiombare Buccinasco, paese satellite di Milano, negli anni bui della guerra di mafia: questo è stato, stamani, l'omicidio di Paolo Salvaggio, 60 anni, pregiudicato per droga e con contatti sia in ambienti 'ndranghetistici sia in quelli della Sacra Corona.

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Ucciso con tre colpi

L'uomo è stato freddato con tre colpi, l'ultimo dei quali quando era già a terra agonizzante. Salvaggio era in strada sulla sua bicicletta, quando è stato avvicinato, al semaforo tra via della Costituzione e via Morandi, da uno scooter da cui sono stati esplosi i primi colpi, a distanza ravvicinata, che lo hanno raggiunto a testa e spalla, e poi, quando era a terra, il killer gli ha sparato ancora al viso.

La corsa all'ospedale

Ricoverato in arresto cardiaco all'Humanitas di Rozzano (Milano), è deceduto poco dopo l'arrivo in ospedale. L'uomo, con precedenti per droga e già coinvolto in importanti passate inchieste sul territorio, si trovava agli arresti domiciliari presso la casa dell'ex moglie, e aveva un permesso per uscire due ore alla mattina, dalle 10 alle 12, proprio nell'orario in cui è stato seguito, raggiunto e ucciso, a due passi da un parco pubblico, prima che arrivasse a un piccolo bar dove era solito recarsi: modalità che fanno pensare a un agguato pianificato, anche se tutte le ipotesi sono al momento aperte da parte dei Carabinieri del Comando provinciale di Milano che indagano sull'episodio.

«Immagino sia stato ucciso da professionisti - ha detto il sindaco Rino Pruiti - che quando era a terra gli hanno sparato un ultimo colpo alla testa» senza lasciargli scampo. «Adesso bisogna capire perché dopo decenni qui si ricomincia a sparare - ha aggiunto - Evidentemente sono saltati gli equilibri fra le famiglie» della criminalità organizzata. «Sono decenni che pregiudicati e famiglie di mafia vivono qui.

Lo diciamo da decenni. La proporzione di locali sequestrati alle mafie che abbiamo qui è più alta che a Reggio Calabria, uno ogni mille abitanti» ha spiegato. Ma finora gli affari della criminalità organizzata erano rimasti sotto traccia: «L'ultimo morto ammazzato risale alla fine degli anni '80». Per questo dopo l'attentato «la preoccupazione è altissima». Sul posto è giunto il pm di turno, Carlo Scalas. La famiglia della vittima è stata ascoltata dagli investigatori. I filmati delle telecamere della zona acquisiti dagli investigatori dell'Arma.

 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Febbraio 2023, 20:49
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