Lo Zoo di 105 compie vent'anni: stasera party all'Ippodromo di San Siro
di Ferruccio Gattuso
Il fondatore dello Zoo, Marco Mazzoli, è arrivato da Miami (vive negli Stati uniti da circa 20 anni), per fare il maestro di cerimonia.
Come ha fatto a convincere tutti questi artisti?
«Sono tutti amici e ex vittime del nostro programma. Persone disposte a scherzare con noi in alcune gag che non anticipo e poi, come no, anche a suonare e a cantare».
Quelli che avete fatto arrabbiare non ci sono.
«No. Alcuni, li abbiamo dovuti risarcire dopo che ci hanno fatto causa».
Chi, per esempio?
«Rossella Brescia. E uno che nemmeno posso nominare».
Eppure siete qui a ricordare i vostri vent'anni da teppisti. Tra scherzi telefonici, commenti scorretti e parolacce, quale è la vigliaccata più super che avete mai fatto?
«Nessuno può salvarsi da noi, nemmeno i parenti. Ed ecco il mio colpo più basso: nel 2016, dopo una cena a San Francisco io e mia moglie torniamo in albergo. Lei aveva molte aria nello stomaco e le lascio capire... Io ero lì a registrare. Abbiamo mandato in onda più volte quel rumore».
Questa è la quintessenza dello Zoo: lei è pazzo, o sua moglie è innamorata.
«Tutte e due le cose».
Ma quando e dove nacque lo Zoo? E perché quel nome?
«Da ragazzo ascoltavo Fausto Terenzi e il compianto Leone di Lernia su 101. Quella comicità becera mi deliziava. Poi io e il mio storico tecnico Gibba, a New York, conoscemmo un milionario mezzo israeliano mezzo milanese, sbruffone. E cominciammo a imitarlo. Poi ci mettemmo a fare i versi degli animali. E da lì tutto il resto».
Gli animali, appunto: avete fatto arrabbiare gli animalisti in una celebre puntata in cui raccontavate come seviziare gatti e cani.
«Non eravamo seri, abbiamo chiarito. Aamo gli animali da sempre, anzi oggi lo Zoo è impegnato nel combattere cose tipo la criminale festa di Yulin, in Cina, dove si ammazzano i cani. Stiamo pensando di andare laggiù a far casino».
E Milano? Dopotutto è la sua città: la ama ancora?
«Ho un rapporto di amore e odio, da milanese posso anche parlarne male. Dopo un po' di giorni, mi soffoca. Qui in Italia si celebra questa rinascita di Milano, ma vista da Miami non è sto granché. Cacche di cane per strada, sporcizia e sicurezza. A Miami, credeteci o meno, mi sento più sicuro».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Luglio 2019, 09:01
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