Lo Zoo di 105 compie vent'anni: stasera party all'Ippodromo di San Siro

Lo Zoo di 105 compie vent'anni: stasera party all'Ippodromo di San Siro

di Ferruccio Gattuso
Ci vorrebbe il porto d'armi per la loro linguaccia. Eppure, guardali lì: per la festa che celebra i loro vent'anni di carriera da teppisti radiofonici, gli animali dello Zoo di 105 (in onda di pomeriggio su Radio 105 dal lunedì al venerdì) sfoggiano un parterre da raduno pop. Altro che nemici: Marco Mazzoli, l'ideatore, e il suo clan di amici ne hanno parecchi. A cominciare dai milioni di ascoltatori che da due decenni li seguono. Stasera all'Ippodromo di San Siro va in scena uno show speciale: lo Zoo (con Mazzoli, Fabio Alisei, Paolo Noise, Wender, Pippo Palmieri, Marco Dona, Squalo, Dj Spyne, Maccio Capatonda e altri ex) fa la sua Grande Festa con Baby K, Luca Carboni, Elisa, Elodie, Emis Killa, J-Ax, Gigi D'Alessio, Giusy Ferreri, Francesco Gabbani, Nek, Max Pezzali, Takagi e Ketra, The Kolors.
Il fondatore dello Zoo, Marco Mazzoli, è arrivato da Miami (vive negli Stati uniti da circa 20 anni), per fare il maestro di cerimonia.

Come ha fatto a convincere tutti questi artisti?
«Sono tutti amici e ex vittime del nostro programma. Persone disposte a scherzare con noi in alcune gag che non anticipo e poi, come no, anche a suonare e a cantare».

Quelli che avete fatto arrabbiare non ci sono.
«No. Alcuni, li abbiamo dovuti risarcire dopo che ci hanno fatto causa».

Chi, per esempio?
«Rossella Brescia. E uno che nemmeno posso nominare».

Eppure siete qui a ricordare i vostri vent'anni da teppisti. Tra scherzi telefonici, commenti scorretti e parolacce, quale è la vigliaccata più super che avete mai fatto?
«Nessuno può salvarsi da noi, nemmeno i parenti. Ed ecco il mio colpo più basso: nel 2016, dopo una cena a San Francisco io e mia moglie torniamo in albergo. Lei aveva molte aria nello stomaco e le lascio capire... Io ero lì a registrare. Abbiamo mandato in onda più volte quel rumore».

Questa è la quintessenza dello Zoo: lei è pazzo, o sua moglie è innamorata.
«Tutte e due le cose».

Ma quando e dove nacque lo Zoo? E perché quel nome?
«Da ragazzo ascoltavo Fausto Terenzi e il compianto Leone di Lernia su 101. Quella comicità becera mi deliziava. Poi io e il mio storico tecnico Gibba, a New York, conoscemmo un milionario mezzo israeliano mezzo milanese, sbruffone. E cominciammo a imitarlo. Poi ci mettemmo a fare i versi degli animali. E da lì tutto il resto».

Gli animali, appunto: avete fatto arrabbiare gli animalisti in una celebre puntata in cui raccontavate come seviziare gatti e cani.
«Non eravamo seri, abbiamo chiarito. Aamo gli animali da sempre, anzi oggi lo Zoo è impegnato nel combattere cose tipo la criminale festa di Yulin, in Cina, dove si ammazzano i cani. Stiamo pensando di andare laggiù a far casino».

E Milano? Dopotutto è la sua città: la ama ancora?
«Ho un rapporto di amore e odio, da milanese posso anche parlarne male. Dopo un po' di giorni, mi soffoca. Qui in Italia si celebra questa rinascita di Milano, ma vista da Miami non è sto granché. Cacche di cane per strada, sporcizia e sicurezza. A Miami, credeteci o meno, mi sento più sicuro».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Luglio 2019, 09:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA