A seguito della querela per diffamazione presentata dai pm Gaglio e Siciliano, il 13 settembre 2017 il gip di Brescia ha disposto il sequestro preventivo dei siti internet contenenti il video. Il giudice ha evidenziato infatti che «non vi era stato alcun rispetto del principio della continenza nella manifestazione del pensiero». Nel video Sgarbi aveva dichiarato che «la giustizia italiana continua con il Ruby Ter per dei magistrati morbosi che vogliono sapere che cosa ha fatto Berlusconi con queste ragazze. Ma non hanno altro da fare?». Inoltre, il critico d'arte aveva parlato di «magistrati inutili che rubano i danari, non facendo un c.... ».
Il difensore di Sgarbi, l'avvocato Giampaolo Cicconi, ha presentato poi istanza al Tribunale del Riesame di Brescia contro il sequestro del video da parte del gip, sollevando una questione della competenza territoriale.
Secondo il legale, infatti, sarebbe stata la procura di Marsala ad avere la competenza sull'indagine, in quanto il caricamento del video sarebbe avvenuto nella città siciliana. Il Tribunale del Riesame di Brescia, nel confermare il sequestro del video, ha invece deciso di inviare gli atti alla procura di Enna, luogo di residenza di Vittorio Sgarbi.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Ottobre 2017, 20:23
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