Violenze sul treno e alla stazione tra Varese e Milano, convalidato il fermo degli arrestati: uno fa ammissioni, l'altro nega

Si cercano possibili testimoni, ma secondo l'impianto accusatorio i due sono ritenuti responsabili dell'aggressione ai danni di una passeggera 22enne del treno Milano Cadorna-Varese Nord e di una seconda giovane seduta in attesa nella stazione di Venegono Inferiore

Violenze sul treno e alla stazione, convalidato il fermo degli arrestati: uno fa ammissioni, l'altro nega

Si indaga sulle violenze sessuali che si sarebbero consumate venerdì sul treno e alla stazione tra Varese e Milano. Il fermo dei presunti stupratori è stato convalidato. Si tratta di Gregory Anthony Fusi Mantegazza, 21enne italiano, e di Hamza Elayar, 27enne marocchino irregolare in Italia. Il più giovane, che si riconosce come "l'anello debole", ammette lo stupro, il secondo nega e parla di scambio di persona. 

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Si cercano possibili testimoni, ma secondo l'impianto accusatorio i due sono ritenuti responsabili dell'aggressione ai danni di una passeggera 22enne del treno Milano Cadorna-Varese Nord e di una seconda giovane seduta in attesa nella stazione di Venegono Inferiore, che era riuscita a salvarsi. 

Le due ragazze, entrambe ventenni, hanno raccontato quei momenti drammatici, senza che nessuno intervenisse per aiutarle. «Quando mi sono resa conto che non sarei riuscita a liberarmi, approfittando della fermata del treno, ho detto a quell'uomo che mi teneva di stare calmo e che lo avrei seguito e saremmo andati dove voleva, purché la smettesse...

Tenendomi le mani strette, siamo scesi dalle scale. Speravo di attirare l'attenzione dei passanti per chiedere aiuto e alla fermata precedente ricordavo di aver visto il controllore, speravo di trovarlo. C'erano poche persone, ma nessuno è intervenuto: sono andati tutti oltre e il controllore era troppo lontano».

Dopo la prima violenza, i due giovani arrestati si sono dileguati e, pochi minuti dopo, alla stazione di Vedano Olona, si sono avvicinati a un'altra ventenne. «Ho provato a respingerli, mi sono aggrappata alla porta nel tentativo di fuggire e ho cercato di aprirla, urlando. Sono riuscita ad aprirla abbastanza per farmi sentire, c'era un uomo che stava arrivando verso la stazione ma ha tirato dritto. A quell'uomo non è importato nulla di ciò che mi stava accadendo, anche se urlavo e mi divincolavo, non è entrato nemmeno nella sala d'attesa. A quel punto il mio aggressore si è diretto verso l'amico, io sono corsa per uscire dalla stazione e chiamare il 112».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Dicembre 2021, 12:20
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