Omicidio suicidio di Vanzaghello, dai telefonini la verità sul movente

Omicidio suicidio a Vanzaghello, dai telefonini la verità sul movente

di Paola Pastorini

Sarà forse dai telefonini delle due vittime che si riuscirà a dare una spiegazione all’omicidio-suicidio avvenuto sabato in via Arno a Vanzaghello (Milano). Cosa abbia spinto Daniela Randazzo, 57 anni, segretaria in una scuola, a sparare alla tempia di Franco Deidda, 62 anni, agente di commercio, mentre si trovava a casa di lui per poi buttarsi nel vuoto, morendo sul colpo. Sembra che i due avessero una relazione ma il marito e i figli, di Busto Arsizio non ne sapevano nulla. Deidda, separato, con l’hobby del tiro (era anche istruttore), si era trasferito da Genova circa un anno fa. Perché quel gesto? Daniela Randazzo non riusciva più a vivere con il peso di aver nascosto una relazione alla sua famiglia? O forse era lui che voleva troncare? La donna ha sparato a Deidda con una delle armi dell’uomo, regolarmente denunciate, mentre lui dormiva.

I carabinieri, che indagano, coordinati dal pm Stefania Brusa, già da sabato stanno ascoltando amici e conoscenti delle due vittime, ma nessuno sembra fosse a conoscenza della loro relazione. Grazie ai dispositivi elettronici, sarà forse possibile ricostruire dove si siano conosciuti, e comprendere come si sia arrivati al drammatico epilogo. Sono state disposte le autopsie.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Giugno 2022, 12:51
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