Teatro Martinitt, il caso Tortora. «Le fake news hanno radici lontane»

Teatro Martinitt, il caso Tortora: «Le fake news hanno radici lontane»

di Ferruccio Gattuso

«Blitz anticamorra. C’è anche Tortora». Sei parole su nove colonne, sulle pagine del Mattino di Napoli. Inizia così l’incubo di Enzo Tortora, celebre conduttore televisivo, particolarmente amato dal grande pubblico per il programma Portobello. Ancora oggi quella vicenda – un clamoroso errore giudiziario che rovinò la vita di Tortora, riconosciuto alla fine innocente – viene eletta a paradigma di uno scontro che ha, come trincee, i temi dell’equilibrio dei poteri, della responsabilità giudiziaria, della fondatezza delle dichiarazioni dei pentiti. Al Teatro della Cooperativa – spazio da sempre sensibile alle tematiche sociali – da domani è in scena Nell’occhio del labirinto, monologo scritto dal giovane emergente Chicco Dossi, interpretato dall’altrettanto giovane Simone Tudda con la regia del veterano Renato Sarti. Segnalata dal Premio Hystrio alla Vocazione 2021, la pièce è il racconto di come Enzo Tortora venga prelevato, durante un soggiorno a Roma, dai carabinieri nel cuore della notte, con addosso lo stigma di capi d’imputazione terribili: associazione camorristica e spaccio di droga. «Dalle parti di corso Magenta, a Milano, esiste largo Enzo Tortora. – spiega Chicco Dossi - Più per curiosità che per senso civico, un giorno, ho deciso di informarmi.

Ho scoperto che il cosiddetto Caso Tortora era ben noto alla generazione di mia madre e assolutamente sconosciuto alla mia. Spesso riteniamo che il XXI secolo sia l’era delle fake news, dello strapotere dei media nel dirigere da una parte o dall’altra l’opinione pubblica. Il caso Tortora è l’esempio lampante di come la manipolazione delle informazioni affondi le sue radici più indietro nel tempo». riproduzione riservata ®<QR>


Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Gennaio 2023, 06:20
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