A Milano l’espresso vola a 1,30 euro. «Caffè a 1,50 in vista»

A partire da fine marzo è arrivato il rialzo: così, il listino della bevanda più amata e ordinata, dalla colazione fino sera, è stato da molti esercenti ritoccato a 1,30 euro con picchi di 1,40

A Milano l’espresso vola a 1,30 euro. «Caffè a 1,50 in vista»

di Simona Romanò

Caffè nero bollente. La tazzina di espresso, consumata al bancone del bar, è un rito sempre più costoso per i milanesi. Lo scontrino per un caffè al volo, magari servito con un cioccolatino, fino a un mese fa variava da 1,10 o 1,20 euro nella maggioranza delle caffetterie di Milano, con il sovrapprezzo per le varianti. A partire da fine marzo è arrivato il rialzo: così, il listino della bevanda più amata e ordinata, dalla colazione fino sera, è  stato da molti esercenti ritoccato a 1,30 euro con picchi di 1,40. «Perché anche il mondo della ristorazione è stato travolto dal caro bollette e dall’aumento delle  materie prime», spiega Fabio Acampora vicepresidente vicario di Epam, l’Associazione dei pubblici esercizi di Milano, titolare di otto locali in città, fra ristoranti e lounge bar.

PREZZI IN SALITA. L’arabica all’ingrosso costa il 20% in più, il latte segna più  30%, lo zucchero e il cacao più 10%. E perfino il brillantante per lavastoviglie è alle stelle. Se il trend proseguisse ancora «la classica tazzina di caffè potrebbe raggiungere il record di 1,50 euro nel corso dell’anno», è l’allarme lanciato di Assoutenti, l’Associazione  per la tutela dei consumatori. «Per ora resistiamo, eventualmente con aumenti contenuti, cercando quindi di non far ricadere tutto sui clienti e andando incontro ai consumatori, perché il caffè è un rituale quotidiano, un piacere  al quale nessuno rinuncerà», precisa Acampora.

Il prezzo della materie prime certamente incide sui rincari, poi, vanno aggiunte le spese accessorie, dalla manodopera alle bollette quasi raddoppiate.

CAFFÈ E GIORNALE. «Il caffè ha sempre avuto il costo dei giornali quotidiani, ma da anni i bar hanno preferito non equipararli. Se dovessimo farlo ora, verrebbe a costare non meno di 2 euro, quindi, la tazzina a 1,50 credo che sia  giustificata, fra il caro spese e il servizio offerto», commenta Michele Berteramo, vicepresidente di Epam, titolare di due ristoranti sul Naviglio Pavese. Poi, il confronto con il resto d’Europa: na tazzulella ‘e cafè, «a Nizza, costa da 2,50 a 2,80 euro, a Valencia 1,60 e a Londra ha sfondato i 3 euro».

CARO COLAZIONE. Anche la stangata-colazione è servita, perché sono impennati di circa il 20% i prezzi del cappuccino (da 1,80 a 2 auro), dei cornetti (da 1,20 a 1,50 euro) e dei dolci lievitati (oltre  2 euro). La colazione al bar - non meno di 3,50 euro - resta comunque una «pausa irresistibile». «È un po’ cambiata la filosofia di vita delle persone che, dopo oltre due anni di paura per il Covid, si sono accorte che la vita va vissuta», riflette Acampora. «Quindi, tendono a concedersi tanti piccoli sfizi, come, appunto, una colazione o una cena fuori casa».


Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Aprile 2022, 18:12
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