Alberto Genovese ai pm: «Stupro a una 18enne? Se l'ho fatto è stata colpa della droga»

Alberto Genovese ai pm: «Stupro a una 18enne? Se l'ho fatto è stata colpa della droga»

«Stupro a una 18enne? Se l'ho fatto è stata colpa della droga». L'imprenditore Alberto Genovese è stato interrogato oggi per oltre 4 ore in Procura a Milano: accusato di aver stordito e stuprato una ragazza di 18 anni ospite ad un festino nella sua abitazione milanese, l'imprenditore delle start up avrebbe parlato dei suoi problemi dovuti alla dipendenza dalla droga e degli effetti che ha su di lui come perdita di «controllo» e incapacità di distinguere il confine tra «legalità e illegalità». 

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Genovese, ex re delle start up ed ex ad di Facile.it (azienda che ha lasciato nel 2014 e dove attualmente non ricopre più alcun ruolo, è stato ascoltato dal pm Rosaria Stagnaro e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e avrebbe detto che quando assume droga non è «consapevole» e che non riconosce «il disvalore» sue azioni. «Ho problemi di tossicodipendenza» è tornato a sottolineare l'imprenditore, che ha ammesso problemi con la droga da quattro anni. Sulla vicenda al centro delle indagini avrebbe aggiunto «se l'ho fatto, non ho fatto una bella cosa».

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Le accuse nei confronti di Genovese sono di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni gravissime.

Le indagini nei confronti di Genovese sono scattate a seguito del ricovero della 18enne, ricorsa alle cure mediche per una violenza sessuale. Gli accertamenti hanno permesso di ricostruire che durante una festa organizzata dall'uomo, la giovane sarebbe stata costretta a subire ripetuti rapporti sessuali e ad assumere cocaina e ketamina. 

"NON SONO PIU' QUELLO DI 5 ANNI FA" «Alberto Genovese di oggi non è quello di 5 anni fa. Un gran lavoratore che ha costruito un impero dal niente. Non sono nulla di tutto questo». Si è descritto così al pm Rosaria Stagnaro e al capo della Squadra Mobile Marco Calì l'imprenditore 43enne Alberto Genovese. Agli inquirenti, l'uomo è apparso provato fisicamente, ma la sensazione è che si tratti di una conseguenza dell'astinenza da sostanze stupefacenti. Nelle oltre 4 ore di interrogatorio, il tema della droga è stato affrontato lungamente e il consumo di grandi quantità è alla base della difesa dell'imprenditore. Secondo quanto appreso, Genovese avrebbe ripetuto che non aveva intenzione di fare del male alla ragazza e che «se ciò è avvenuto» è stato per colpa della droga. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Novembre 2020, 22:03
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