La morte del ginecologo Stefano Ansaldi, 65 anni, ucciso sabato verso le 18.15 poco distante dalla Centrale, perde la certezza di una rapina e sfuma nell’angoscia di un giallo. L’ipotesi più accreditata sarebbe che il medico 65enne avesse un appuntamento con il suo assassino; forse una sola persona, forse più di una. Anche qui nessuna certezza. Ansaldi viveva a Napoli e la sua trasferta milanese non era un segreto per la famiglia. Aveva preso un biglietto di andata e ritorno in giornata con arrivo nel primo pomeriggio e rientro con un Intercity delle 21.10. Non era a Milano per i saluti pre natalizi alla sorella dato che la donna era in procinto di partire per Napoli. Aveva una finestra temporale molto stretta, per questo è possibile che abbia fissato il suo appuntamento vicino alla stazione. La sua vita è finita alle 18.15, in via Mauro Macchi, riverso sul marciapiede, con quel taglio profondo alla gola che ha ucciso un ginecologo stimato e apprezzato, con una carriera specchiata e nessuna ombra.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Dicembre 2020, 10:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA