Superiori riaperte, Marino Faccini, Ats: «Gli studenti fanno gruppo, il rischio contagi esiste»

Superiori riaperte, Marino Faccini, Ats: «Gli studenti fanno gruppo, il rischio contagi esiste»

di Simona Romanò

Le superiori di Milano e provincia hanno riaperto lunedì. Dopo tre mesi di didattica a distanza (dal 26 ottobre), causa Covid, i ragazzi stanno riprendendo le lezioni in aula. «È un ritorno alla semi-normalità con il rebus dei contagi», ammette Marino Faccini, responsabile della Struttura profilassi malattie infettive dell’Ats Milano, a capo della squadra di contact tracer, i cacciatori di positivi.

Dottore, siate preoccupati per possibili focolai nelle classi?

«I timori ci sono. Avevamo riscontrato, a ottobre, che gli studenti delle superiori, dai 14 ai 18 anni, sono più a rischio di contrarre il Covid rispetto ai fratelli di elementari e medie, perché si espongono maggiormente: non evitano le frequentazioni, dunque, va da sé che la scuola può diventare un luogo di amplificazione dei contagi».

Cosa intende per frequentazioni, visto che la socialità è ridotta al minimo dalle restrizioni?

«I ragazzi si danno appuntamento al mattino per andare a scuola, si incontrano alle fermate dei mezzi, si aspettano all’uscita. In poche parole: vogliono fare gruppo, com’è peraltro giusto alla loro età. Sono tutti comportamenti banali, per i quali non voglio colpevolizzarli, ma creano circostanze che facilitano la diffusione del virus».

Avevate rilevato, prima della Dad, focolai?

«Si, c’erano licei con classi con più di due contagiati».

Le scuole non possono essere “fortezze” anti-Covid.

Ci sono dei nodi che più la allarmano?

«La prima è inerente agli spazi scolastici. Nella stessa aula si concentrano, per un periodo di tempo prolungato, una ventina di adolescenti a seguire le lezioni con il distanziamento fisico di un metro da bocca a bocca, quando per noi sarebbero necessari due metri, ma non è fattibile».

La seconda?

«Come la malattia si manifesta negli adolescenti. Sono dei giovani adulti e, nella maggior parte dei casi, se si infettano presentano sintomi quasi impercettibili, trascurabili. Ciò nonostante, possono contagiare i genitori e i nonni, che invece potrebbero avere grossi problemi».

Le scuole sono sicure?

«Nessuno, ad oggi, nutre questa certezza. Comunque, nessun luogo è a rischio zero».

L’Università Statale con l’Asst Fatebebefratelli-Sacco aveva avviato uno screening sierologico in 14 scuole fra elementari e medie. Il progetto era utile anche alle superiori?

«Sarebbe insostenibile con oltre 150mila studenti. E comunque il test andrebbe ripetuto periodicamente per un’azione preventiva. Una tantum non serve a nulla».

Qual è la strategia per scongiurare un altro stop scolastico?

«Responsabilizzare i ragazzi. A questo punto dipende tuto da loro, non devono sottovalutare nessun comportamento».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Gennaio 2021, 09:13
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